di Niccolò Gherarducci* e Simone Oggionni**
Si è concluso da pochi giorni il primo campeggio comunista, anticapitalista e femminista, unitario tra i Giovani Comunisti/e e la FGCI, e il desiderio di ricominciare subito è forte.
Una settimana ricca di confronto e discussione sui principali temi della politica italiana e internazionale, dall’economia alla mafia, dalla crisi economica alle nuove forme con cui si manifesta oggi il fascismo, ma soprattutto una settimana di confronto sul percorso che intendiamo intraprendere per dare risposte concrete, nel conflitto sociale, a tutte queste problematiche.
Un percorso che, a nostro avviso, non può che essere unitario.
In tutti gli incontri, a partire dagli attivi (quello dei Giovani Comunisti e quello congiunto con la Fgci), è emersa chiaramente la richiesta di porre rimedio ad una divisione che oggi appare incomprensibile e ingiustificata soprattutto per chi, e sono molti, nel ‘98, aveva pochi anni e nemmeno si ricorda i fatti che portarono a quella scissione; unanime invece è la consapevolezza che così come siamo oggi siamo inadeguati.