Sull’analisi della situazione livornese de “la Repubblica”

Abbiamo letto con interesse l’analisi politica su Livorno di Matteo Pucciarelli “Livorno, i giorni del disincanto…” pubblicata da La Repubblica, utile se non altro affinchè i riflettori sulla tragedia occupazionale e sociale della città restino accesi almeno nell’anniversario della fondazione del PCI proprio nella nostra città. Ci troviamo però assolutamente in disaccordo con l’impostazione generale dell’analisi.

Prima di tutto ci sembra di leggere un salto temporale non indifferente, vorremmo infatti ricordare a Matteo Pucciarelli che per quasi 20 anni, a partire dall’inizio degli anni 90, Rifondazione Comunista aveva in città un consenso a doppia cifra, un radicamento territoriale analogo a quello di PDS-DS-PD e che, probabilmente, se a tutt’oggi una coscienza valoriale di sinistra permia la maggior parte del tessuto cittadino, forse il merito è nostro molto più di quello che Pucciarelli immagini.

In secondo luogo, l’identificazione del declino del PD con quello della città ci sembra azzardato oltre ogni limite ed assolutamente ingeneroso verso quella che viene definita sinistra radicale. Questa è definita tale solo perché “Il Partito” è ormai un soggetto politico antilavorista e sostanzialmente di centro-destra, mentre il PD cittadino, almeno in termini di consenso percentuale, ci sembra goda ancora di ottima salute. Evidentemente, di materialisti storici in giro ne devono essere rimasti davvero pochi… perché, se così non fosse, sarebbe palese la responsabilità del PD nell’affossamento di questa città.

Il lavoro è cambiato, è vero, ma ciò non significa che non debba creare identità, appartenenza e sopratutto conflitto. Questo è stato il gioco sporco del PD, non altro. Aver capito che, per sfruttare il lavoro, non è necessario restare aggrappati ai mezzi di produzione, ma semplicemente dar libero sfogo all’individualismo capitalista, diffondendo immagini di immense possibilità che per essere colte richiedono solo flessibilità e l’abbandono di diritti che invece proteggevano dal baratro verso il quale stiamo sprofondando. Uno su mille ce la fa cantava Gianni Morandi, adesso i 999 se ne sono accorti e ne stanno dando la colpa giustamente al PD.

Questo è il nostro punto di ri-partenza, perchè noi siamo i 999 e lo saremo sempre, in ogni epoca storica.

Francesco Renda
Segretario federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea