Replica all’intervento di Y. De Filicaia su Il Tirreno del 18 maggio

di Alessandro Trotta *

 

In queste ore drammatiche per il barbaro attentato di Brindisi che getta il paese nello sgomento e nella preoccupazione, è giusto prima di tutto chiedere che vengano consegnati alla giustizia i criminali responsabili.
La politica combatte questi episodi anche non facendosi condizionare dalle strategie destabilizzanti, ma cercando di trovare la strada per far uscire il nostro paese dal pozzo senza fondo in cui sta precipitando.
Per queste ragioni, pur in una giornata di lutto come questa, intendo replicare al segretario del PD livornese, che evita di rispondere al merito dei contenuti del nostro documento e capiamo la sua difficoltà.
Al di là – infatti – del ben più complicato dibattito interno al PD, il problema non sono le adesioni formali di Bersani al programma di Hollande, ma i fatti.
Hollande ha vinto su una proposta che respinge la logica dei tagli (e il “fiscal compact”), chiama severamente gli alti redditi a contribuire, riduce l’età pensionabile, rivendica l’intervento pubblico nell’economia e sulla finanza.
Certo andrà poi verificata nei fatti, ma è o no l’esatto opposto di quanto ha determinato il PD e la strana maggioranza di governo? È o no un’alternativa secca al fallimento a quel liberismo su cui l’esecutivo Monti ancora s’attarda? Con tutto il suo fardello insopportabile per lavoratori e pensionati: controriforma delle pensioni, tagli pesanti alla spesa pubblica e agli enti locali, aumento della pressione fiscale sui redditi medio-bassi, attacco allo Statuto dei lavoratori e menomazione dell’impianto già deficitario degli ammortizzatori sociali, totale assenza di politiche attive per battere la crisi e la disoccupazione.
Di questo si sta parlando. E le turbolenze finanziarie di queste settimane dimostrano che, nonostante il massacro sociale di dimensioni gigantesche, non diminuisce il rischio per la tenuta dei conti pubblici, a dispetto della stessa pericolosa modifica costituzionale.
E, pur a fronte di una tornata amministrativa, gli elettori a tutto ciò hanno dato una risposta chiara colpendo duramente sia le forze della vecchia che quelle della nuova maggioranza di governo. Certo, oltre al crescente astensionismo ed al voto di protesta, la fotografia è quella di un centro-destra annichilito, di un Terzo Polo ridimensionato. Ma anche il PD esce più debole da queste elezioni e ancor più indebolita risulta la sua strategia di convergenza al centro che non ha più alcuna base politica e tantomeno numerica.
E questo vale anche in moltissime realtà locali!
A Livorno poi, la situazione è grave ma non seria, parafrasando Ennio Flaiano.
L’amministrazione naviga da tempo a vista, senza progetti, senza senso e senza quella stessa maggioranza che l’ha determinata.
Un’inedita e pericolosa crisi di credibilità che è sotto gli occhi di tutti e che meriterebbe atti conseguenti: tra cui chiamare – subito –  gli elettori ad eleggere un nuovo sindaco ed un nuovo consiglio comunale.
In questa situazione difficile, la Federazione della Sinistra è impegnata a ricostruire in Italia una sinistra unita degna di questo nome, forte dell’alleanza e dell’azione comune con il Front de Gauche francese, con Izquierda unida spagnola, con la Syriza greca e la Die Linke tedesca, come delle forze del lavoro e di progresso di altri paesi d’Europa.
Su questo obiettivo, anche a Livorno, chiamiamo i vari soggetti della sinistra ad unirsi per dare corpo all’opposizione al governo Monti ed alle politiche liberiste e definire insieme una proposta alternativa, che rispetti il risultato referendario ed i diritti sociali della Costituzione e risolva la questione morale.
E’ l’unica proposta chiara e coerente, fuori dal politicismo che ha determinato la disaffezione alla politica.
Il momento è ora! IDV, SEL e i Movimenti presenti in città battano un colpo!

 

 

* Federazione della Sinistra – Coordinamento di Livorno