Intervento: consiglio comunale Livorno Tiziana Bartimmo


L’operato del precedente governo si è particolarmente distinto per una persecuzione nei confronti dei lavoratori pubblici già a partire dal 2008, infatti con la prima manovra di Tremonti, la terribile legge 133/2008, il governo aveva dato il via alla più grossa riduzione della storia della repubblica degli investimenti pubblici all’offerta formativa, dei diritti dei lavoratori e della contrattazione, decidendo per legge su materie che prima erano riservate al contratto.

Ora siamo a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo e invece di vedere una prospettiva alternativa rispetto al prima, ci siamo ritrovati, con le prime scelte del governo Monti allo stesso percorso, e c’è un timore diffuso del popolo della scuola più che giustificato. le prime ricette del governo Monti sono in ottemperanza ai dettami della BCE, sono sostanzialmente scelte di destra, sostenute dal centrosinistra. Non voglio qui stare a ridire cosa vuol fare perché lo sappiamo tutti, voglio sottolineare quello che non c’è: una patrimoniale sulle ricchezze reali, non c’è qualsiasi misura di freno alle speculazioni finanziarie non c’è la consapevolezza che la vera ricchezza del paese è il lavoro, e che il lavoro e i lavoratori, vanno sostenuti ed aiutati, non i grossi gruppi finanziari e le banche! Non c’è un ripensamento nell’esaltazione della flessibilità del lavoro che conduce inevitabilmente ai licenziamenti più facili, non c’è un ripensamento sulle pensioni. C’è invece la solita politica capitalistica che mette in atto misure neoliberiste, a dispetto di quanto la situazione di crisi,ormai globale,abbia fatto vedere quanto sia fallimentare. Attraverso quali strani passaggi il nostro anestetizzato, ma vorrei dire rimbambito, ma non voglio offendere nessuno, centrosinistra pensa che questo signore faccia gli interessi dei soggetti deboli, e per quello che ci compete oggi, della scuola pubblica? Le prime dichiarazioni dei suoi tecnici e del suo Ministro all’Istruzione, hanno già osannato la riforma Gelmini(ma non si sono accorti delle proteste di studenti e ricercatori, di docenti e di genitori, non hanno visto che la scuola è servita solo a far cassa, altro che riforma).

Come si fa ad immaginare che in questo mondo possano esserci non solo in campo scolastico, non solo in campo economico,ma in ogni campo, delle scelte “tecniche” cioè “neutrali”? Questo è un mondo diviso fra chi ha e chi non ha e ogni scelta va verso gli uni o verso gli altri, e Monti sa da che parte andare. Del resto lui è stato allievo del Leone XIII, il liceo privato milanese dove i super ricchi mandano i loro figli. E comincia ormai a circolare quello che Monti ha scritto qualche mese fa sul corriere della sera, e lo voglio leggere brevemente, perché chi ha a cuore le questioni della scuola, e mi rivolgo soprattutto a chi nel centro sinistra stenta a essere critico sul governo Monti, rifletta: dice Monti “ In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale (un altro che vede i comunisti ovunque), si è protratta più a lungo, in una parte dell’opinione pubblica e della classe dirigente,la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di stanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza, ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. l’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Maristella Gelmini e Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap in Italia, nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili”

Ce n’è abbastanza perché il popolo della scuola continui a contrastare con un movimento di massa ,queste idee. L’offensiva nei confronti della scuola è sostanzialmente condivisa, i tagli sono passati e il risultato lo viviamo tutti i giorni, noi che operiamo nella scuola, sulla nostra pelle, con il peggioramento della qualità del vivere a scuola; qualcuno continua a dimenticarsi che la scuola, il sapere è il primo bene comune. Peggioramento che è dato, e sempre più spesso denunciato,dall’assenza degli insegnanti di sostegno, dalla mancata offerta del tempo pieno, dalle difficoltà date dalla mancanza dei collaboratori scolastici, sia per la sorveglianza che per l’apertura delle scuole, che ha portato anche a Livorno i genitori ad autorganizzarsi; peggioramento che è dato dall’aumento del numero degli alunni per classe che impedisce, con l’assenza della copresenza e dei laboratori, una didattica seria. Per non parlare di tutta una serie di voci non rifinanziate: le borse di studio per la scuola dell’obbligo, la cancellazione del fondo per la gratuità dei libri di testo, l’edilizia scolastica,i tagli drastici all’alta formazione artistica e musicale(il Mascagni ne è un esempio),le misure di dimensionamento.

Senza parlare del taglio degli insegnanti e della perdita dei posti di lavoro,di migliaia di insegnanti precari lasciati per strada,e delle talvolta umilianti condizioni di lavoro per chi resta, contratti non rinnovati,blocco di ogni scatto di anzianità, l’odiosa misura della decurtazione del salario per chi è malato, il miraggio della pensione che ogni giorno vede l’asticella spostarsi più avanti. Insomma come dicevo prima una vera e propria persecuzione. A questo proposito ieri in commissione ho sentito degli apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti del personale della scuola, vorrei dire soltanto che molte volte è anche difficile per questo personale, portare avanti delle rivendicazioni sindacali, perché il primo pensiero per chi opera nella scuola (dai collaboratori scolastici ai docenti), è sempre rivolto ai ragazzi,si pensa sempre prima all’utenza, ai minori, la scuola sta andando avanti per la buona volontà di chi vi lavora,senza mezzi,e penso che questo personale debba essere finalmente valorizzato, gli debba essere ridata dignità, sia da un punto di vista professionale che economico. Il totale della spesa di competenza del MIUR per il prossimo anno subisce una riduzione di 1. 067.778.102, prende corpo quel piano di tagli previsto nel documento di Economia e Finanza, e che la Gelmini, incalzata nel salotto di Floris, negava senza convinzione, dando a tutti la sensazione di ignorarne l’esistenza.

la marcia verso il 3,7 del PIL, assegnato alla spesa per l’istruzione primaria e universitaria 8il più basso fra i paesi dell’euro), da raggiungere entro il 2015, mentre nel 2010 era del 4,2, prosegue senza inciampi e senza che Monti se ne accorga.

Nell’O.d.G. si chiede di tornare ad investire sulla scuola, nella scuola pubblica,perché non investendo nella scuola pubblica non si investe sul nostro futuro, e vorrei risottolineare che i fondi vanno trovati, per primo levandoli alle spese militari, perché è detto bene nel documento, non per pregiudizi ideologici, ma perché la scuola deve essere ed è , il primo luogo dove si insegna la pace.

Si parla delle prove INVALSI, le prove già l’altr’anno sono state boicottate, con una grande adesione, da genitori alunni e docenti, perché in una scuola già messa in ginocchio dai tagli non si trova di meglio che, anche quest’anno, (e già un enorme lavoro è cominciato negli Uffici di segreteria), di pensare a proporre, anzi a somministrare, che è un verbo che si usa molto a scuola, questi test, che appaiono come un tentativo di scaricare su docenti e studenti, le responsabilità dell’inevitabile peggioramento del sistema scolastico. Il nostro no alle prove INVALSi deve essere letto come un deciso no alla trasformazione della scuola come un luogo di apprendimento nozionistico individuale, frammentario e competitivo, snaturando la funzione della scuola che è quello dello sviluppo del ragionamento, della riflessione critica e della crescita culturale collettiva,che deve essere rispettosa della differenza dei ritmi di apprendimento di tutti.

Inoltre appare come un nuovo tentativo di reintrodurre criteri meritocratici nel mondo della scuola e proprio intorno a questi criteri stabilire poi finanziamenti e stipendi e quindi creare nuove diseguaglianze e disparità.

Sui dimensionamenti e sulle scelte di verticalizzazione, perché questa è la nuova proposta, chiediamo anche noi agli EE.LL di sospendere questi processi, in questo momento particolarmente delicato per la scuola, perché questo porterebbe alla costituzione di Istituti scolastici abnormi, solo per risparmiare ancora una volta sulla scuola. E soprattutto chiediamo di cominciare a pensare a piani pluriennali, per non accorpare in modo forzoso scuole diverse, senza che ci sia stato un percorso da un punto di vista della progettazione e della programmazione didattica e per evitare che decisioni così pesanti vengano portate a conoscenza poco prima dell’inizio dell’a.s.

Che dire per concludere, che si smorzi l’entusiasmo verso il Governo Monti e che si guardi veramente a cosa fa, e ci si muova nell’ottica di una critica di classe.