Intervento sulla situazione ASA

I Bilanci di ASA ed ASA Trade spalancano drammaticamente di fronte ai nostri occhi la grave situazione contabile di queste aziende.
E fanno emergere con nettezza l’urgenza di risposte rapide e chiare.
E’ ormai ogni giorno più evidente il divaricarsi dell’interesse pubblico da quello del “soggetto industriale”.
Non sappiamo quanto questa spaccatura sia oramai ricomponibile: nel dubbio gli elementi che abbiamo davanti ci dicono che è meglio fare a meno di medici pietosi.
Infatti, gli stessi dati di Bilancio dicono chiaramente che, a fronte della disfatta contabile delle due aziende (di cui il pubblico dovrà farsi carico per il 60%), non altrettanto vale per il tornaconto dei privati.
Basta leggere la Relazione di Gestione e la Nota integrativa per sapere che Iride vende servizi ed energia ad ASA spa per un fatturato che si aggira annualmente tra i 7 ed i 10 milioni di euro.
Come avevamo denunciato in tempi non sospetti, è qui, insieme al “future” dell’operazione OLT, la polpa della redditività di Iride nella nostra provincia.

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Quello che i fascisti non vogliono sentir dire

Comunicato di Resistenza Universitaria – Militant – Collettivo A pugno chiuso

Dopo l’aggressione squadrista di martedì 27 maggio, vogliamo esprimere massima solidarietà ai compagni feriti e fermati dalle forze dell’ordine che si sono legittimamente difesi.
Siamo davanti ad un atto vigliacco di matrice fascista, compiuto con premeditazione.
L’evento rientra nella campagna revisionista che da anni cerca di riscrivere la Storia di questo paese ad uso e consumo delle classi dominanti.
Questa volta il pretesto, come candidamente ammesso dallo stesso segretario romano di Forza Nuova, sarebbe stato il convegno sulle foibe organizzato nelle settimane scorse nella facoltà di Lettere. Sotto accusa sarebbe stato l’intervento della nota ricercatrice e storica triestina Alessandra Kersevan (cfr. Corriere della Sera 27-5-2008).
In occasione del convegno alcuni esponenti della citata organizzazione neofascista, a partire dall’europarlamentare Roberto Fiore, e, cosa assai più grave, alcuni importanti quotidiani nazionali (i quali hanno riportato tali affermazioni senza nemmeno verificarne la veridicità) hanno ignobilmente accusato gli organizzatori e la stessa storica triestina, di aver compiuto una operazione di “negazionismo”.

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Verona, dove il Carroccio si tinge di nero

di Paola Bonatelli

su Il Manifesto del 03/06/2008

Stefano Torre, di Fn, complice degli assassini di Nicola Tommasoli, è solo l’ultimo esempio dei legami tra Lega e estrema destra

Furono due giovani legati a Forza Nuova ad accompagnare nella fuga in Austria Nicolò Veneri e Federico Perini, due dei cinque aggressori di Nicola Tommasoli, il ventinovenne veronese morto un mese fa per le lesioni subite senza essere mai uscito dal coma. I due nuovi indagati, l’accusa è di favoreggiamento, hanno 19 e 25 anni, e del più giovane non è stato reso noto il nome. L’altro è Stefano Torre, capolista di Forza Nuova in circoscrizione, non eletto ma indicato successivamente come membro della Commissione Politiche giovanili della circoscrizione nientemeno che dalla Lega Nord. Così, mentre il Tribunale del riesame, cui avevano fatto ricorso i legali di quattro dei cinque giovani, detenuti nel carcere di Montorio, rende note le motivazioni del rigetto dell’istanza – i cinque, secondo i giudici, non avevano intenzione di uccidere ma «malgrado la loro giovane età presentano profili preoccupanti che palesano pericolose e incomprensibili inclinazioni alla violenza» – la città, o meglio la sua parte «sana», si interroga sui legami tra la Lega, che con Flavio Tosi al 61% ha stravinto le scorse amministrative, e le destre più o meno estreme. Niente di nuovo, dice chi studia e denuncia da anni il fenomeno che unisce Carroccio, destre (istituzionali e radicali) e integralisti cattolici in una trama tanto evidente quanto misconosciuta. Eppure, dato che stavolta c’è scappato il morto, qualcosa potrebbe cambiare anche nella percezione di chi ha votato per la «sicurezza» di Tosi e camerati.

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Voglio un partito così

di Elena Ulivieri

Qualche settimana fa sono uscita a cena con la compagna Martina. Avevamo deciso di recarci assieme al Gas, (gruppo di acquisto solidale, quello con le verdurine fresche biologiche, i formaggi e il latte, la ricotta e lo yoghurt prodotti da agricoltori locali; quello della “spesa a chilometri zero” e dell’agricoltura omeodinamica) che si riunisce ogni mercoledì presso la sede di un centro sociale in periferia vicino al periferico paese dove abitiamo. Abbiamo scelto una pizzeria molto popolare e altrettanto economica, a metà strada tra casa e Gas. In quell’occasione ho proposto a Martina di prendere la tessera di Rifondazione Comunista. Mi immaginavo che mi avrebbe detto di no, così, quando lei mi ha detto di no, ho amaramente precisato che per me era importante chiederglielo, più che ottenere una risposta positiva.

Voglio un partito per cui poter insistere.

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I veri nodi in gioco nell’agenda di Rifondazione

di Alberto Burgio

su Il Manifesto del 04/06/2008

Se Rifondazione comunista non riesce a essere sede di un «lavoro comune di indagine e proposta» per l’elaborazione di una «visione comune» alle forze della sinistra; se non riprende il cammino della Sinistra Arcobaleno, bruscamente interrotto dalla disfatta elettorale, allora il suo travaglio è sterile e insignificante. In questo caso, «che ci importa del suo congresso?». Così Rossana Rossanda chiude la sua lettera a Rifondazione (il manifesto, 17 maggio 2008). Provo a rispondere non eludendo la questione. Cruciale, ma alquanto dilemmatica.

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