Chiediamo il rispetto degli impegni per le riparazioni navali nel porto di Livorno

della Federazione PRC di Livorno

Salvaguardare la filiera delle riparazioni navali, i suoi numerosi lavoratori e le strutture ad essa indispensabili: sono questi i punti fermi su cui il Partito della Rifondazione Comunista e le associazioni che rappresentano le aziende della navalmeccanica e carpenteria navale a Livorno, hanno trovato piena sintonia di vedute.
All’incontro svoltosi nella sede del PRC in Borgo Cappuccini, hanno preso parte il segretario provinciale Alessandro Trotta e Luciano Traversi, il direttore generale della CNA Gino Baldi, il vicepresidente dell’Associazione Riparatori Navali Paolo Zani, il suo direttore tecnico Roberto Pardini e l’imprenditore Massimo Luciani.

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Manifestazione cittadina

Il giorno 19 giugno 2008 alle ore 9:30

davanti alla sede dell’Autorità Portuale (scali rosciano) di Livorno

ci sarà una manifestazione dei riparatori navali contro lo smantellamento dei bacini di carenaggio e le banchine adibite alla riparazione.

 

E’ importante la solidarietà delle altre realtà produttive e della città.

Come partito sosteniamo la mobilitazione.

Chi può venga!

Sinistra, i danni dell’arcobalenismo e il fantasma di un riformismo che non c’è

Gli elettori hanno fatto il loro ’98, i segnali per capirlo c’erano tutti a partire dai fischi di Mirafiori. Ora, ripartiamo con umiltà.

di Giorgio Cremaschi

L’inesistenza di una forte opposizione politica è il frutto finale e più velenoso della politica di questi 15 anni. Ed è per questo che, per ricostruire l’opposizione, bisogna riconoscere le ragioni della sconfitta. E così anche risalire alle responsabilità soggettive, che in politica ci sono sempre.
Contrariamente a quello che viene sostenuto dai grandi giornali d’opinione, che dopo aver per anni fatto proprio un centrosinistra liberale oggi si prostrano di fronte a Berlusconi, la prima sconfitta è quella del riformismo politico italiano. Il riformismo è oggi una ideologia politica che pensa di governare la globalizzazione attraverso il pieno dispiegamento del mercato, di cui si vorrebbero frenare solo le tendenze monopoliste, e la riduzione dello Stato e delle garanzie sociali, concertata con i sindacati. In Europa il riferimento principale di questa ideologia è stato il leader laburista Blair: oggi il suo partito si sta sfaldando e si annuncia il ritorno al governo dei conservatori.

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Grassi replica a Occhetto

Dichiarazione di Claudio Grassi – Comitato di Gestione Prc

Leggo che Achille Occhetto propone ad una parte di Rifondazione di rompere gli indugi e, comunque vada il congresso, di fare una scissione per dare vita ad un partito non più comunista.
Dopo aver sciolto il Pci, dopo aver concorso – assieme alla Confindustria e a Mario Segni – ad abolire il sistema proporzionale, dopo aver fondato il movimento Occhetto-Di Pietro, oggi ce lo ritroviamo, in qualità di autorevole dirigente di Sinistra Democratica, a darci di nuovo lezioni di come dovrà essere la Sinistra!

E noi di Rifondazione dovremmo scioglierci per dare ragione ad Occhetto che in venti anni non ne ha indovinata una?
Con buona pace di Occhetto, Mussi e Fava, che ci chiedono di rifare la Bolognina dopo 19 anni, Rifondazione comunista non si scioglierà e lavorerà per costruire una unità della sinistra che parta dal basso e dalle lotte.
Al contrario, costruire una unità della sinistra di ceti politici ormai totalmente screditati tra i lavoratori e la sinistra non ha alcun senso, come hanno  dimostrato il 13-14 aprile e il fallimento dell’esperimento della Sinistra l’Arcobaleno.

A quando il coprifuoco e la sospensione della Costituzione?

di  Alessandro Trotta

Questo Governo di centro-destra riesce a stupire per la capacità di proporre e di evocare l’inimmaginabile, neanche alle più fertili menti inventive.
Alcuni potrebbero pensare di essere alla “Sagra dell’Idiozia” se tutto ciò non avesse una intima e pericolosa coerenza.
L’obiettivo? Far crescere la paura, anzi il panico, della gente rispetto alla propria incolumità fisica e dei propri averi molto al di sopra di quanto giustifichino le circostanze. Come dimostrano anche i dati ufficiali in netta discesa: ad es. nel 2006 gli omicidi sono stati 621, 393 in meno rispetto al 1995, addirittura 1.280 in meno rispetto al 1991.
Da un lato, tutto ciò serve come cortina fumogena, per nasconderci le vere ragioni dell’insicurezza moderna: l’insicurezza per il proprio futuro.

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Non abbiamo il diritto di isolarci, come diceva Marx

di Marco Sferini

Avevo provato alcune volte ad immaginare una vita politica e sociale priva di Rifondazione Comunista: l’avevo immaginata non tanto come una scena dove fosse rappresentato un Parlamento senza comunisti o, anche più modestamente, senza deputati e senatori di sinistra. No, l’avevo figurata nella mia mente proprio come un tessuto sociale dove non esistesse più alcun ruolo per i comunisti, prescindendo dunque – e chissà mai per quale ragione – dalla disposizione parlamentare del Partito, dal suo ruolo nelle istituzioni. Forse un riflusso di libertarismo anarcoidaile, o forse una riflessione monca, costruita con i mattoncini di un pensiero che non avrebbe mai contemplato il risultato elettorale dello scorso aprile dove, preludio ad una nostra fuoriuscita dalla vita sociale del Paese, si è manifestata in tutta la sua dirompenza la serrata delle porte di Palazzo Madama e Montecitorio per il PRC e per gli altri soggetti politici che avevano raffazzonatamente dato vita a la Sinistra l’Arcobaleno.

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