In fin di vita Riccardo La Mantia. Il gesto dopo una lite col padrone dell’officina che l’aveva licenziato
Maurizio Pagliassotti
Torino
I rapporti tra Riccardo ed il suo datore di lavoro, Beppe Palazzo, sono burrascosi, fioccano le lettere di richiamo. Poi la tragedia di ieri mattina. Dopo l’ennesimo diverbio il ragazzo esce dall’officina sale sulla sua auto e manda un sms ad una collega: «Guardate nelle telecamere cosa faccio adesso…». I dipendenti presenti alzano lo sguardo e vedono il giovane cospargersi di benzina e darsi fuoco. Il ragazzo, come spesso capita nei casi di ustioni gravi, non perde conoscenza ed esce dall’auto. Viene immediatamente soccorso da alcuni colleghi che spengono le fiamme con delle coperte, rimanendo anche lievemente feriti alle mani. Le condizioni di Riccardo, ricoverato presso il reparto grandi ustionati del Cto, sono disperate. Le ustioni di secondo e terzo grado coprono il 90% del corpo. Sono le stesse dei sette morti ThyssenKrupp. I medici che lo hanno in cura fanno capire che sarà difficile trovare parti integre di pelle da coltivare e poi innestare sul corpo carbonizzato.
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