LA NOSTRA POSIZIONE SUL RIGASSIFICATORE OFFSHORE LIVORNO

 
       

Premesso che siamo favorevoli al gas metano come combustibile di transizione in una quota minima, per garantire il passaggio a una soluzione con fonti energetiche rinnovabili  per il nostro paese, dobbiamo invece contestare la filosofia che ha visto il Governo  spingere il paese verso la logica di hub (centro) del gas. Tutto ciò con lo scopo di far diventare l’Italia paese esportatore a scala europea e continentale, attraverso lo sviluppo dei rigassificatori (impianti che riportano il gas liquefatto a -163° C allo stato di  gas naturale,  attraverso un complesso e pericoloso sistema tecnologico). Tale logica, peraltro contestata da paesi europei come Francia, Germania e Inghilterra che operano nello stesso segmento di mercato.

Questi impianti,  oltre a essere pericolosi, non sono necessari, in quanto l’Italia ha un’invidiabile capacità di approvvigionamento del gas che proviene dai metanodotti che la collegano alla Russia, ai mari del Nord, all’Africa e in prospettiva al Centro Asia.
In questo contesto, la ragione principale della realizzazione dei rigassificatori finirebbe col favorire i profitti per gli industriali e gli speculatori di turno,  senza alcun beneficio  per i cittadini.

Il Governo sostiene che occorre dotarsi di un congruo numero di rigassificatori, ma noi di Rifondazione Comunista ci opponiamo a questa scelta, per le ragioni che seguono.
• In Italia, non esiste un Piano Energetico Nazionale che dimostri la necessità di  rigassificatori.
• I Rigassificatori sono impianti altamente inquinanti,  perché disperdono notevoli quantità di CO2 in atmosfera, contribuendo significativamente all’effetto serra.
• Il processo di rigassificazione richiede anche l’uso di notevoli quantità di cloro e il raffreddamento delle acque circostanti (salto termico di 6/7 gradi centigradi)  con conseguente inquinamento dell’ambiente marino.
• In caso di incidente rilevante la zona interessata può arrivare fino alla distanza di 50 Km,  con alta probabilità di  innescare una catena di eventi catastrofici.

Nel caso specifico del Rigassificatore OffShore di Livorno
• Il sito prescelto per la localizzazione – al largo delle acque della Meloria – viene impropriamente considerato sito industriale.
• Sono state violate le procedere autorizzative non applicando il Trattato di Aarhus e le Leggi Seveso per gli impianti ad alto rischio di incidente rilevante, che prevedono il coinvolgimento preventivo delle  popolazioni.
• Non è stato tenuto conto che il sito si trova in zona sismica e che la zona prescelta è sede del Santuario Internazionale dei Cetacei e del Parco della Meloria.
• Non è stato previsto che la Piattaforma di Rigassificazione OffShore può essere soggetta ad attentati terroristici,  con conseguenze disastrose vista la vicinanza dei numerosi impianti chimici, della base Militare USA di Camp Darby e del fatto che il Porto di Livorno è Porto Nucleare.
• Non è stata valutata preventivamente la sicurezza dell’impianto, cosa ancor più grave in quanto la nuova tecnologia di rigassificazione è la prima al mondo su piattaforma oscillante.
• E’ stato impedito lo svolgimento di un Referendum richiesto da ben 7000 citttadine e cittadini livornesi.

PER TUTTE QUESTE RAGIONI E PER DARE UN SENSO ALLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E ALLA TRASPARENZA:
RICHIEDIAMO ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PROCEDERE ALL’AUTORIZZAZIONE PER LO SVOLGIMENTO DI UN REFERENDUM CONSULTIVO PER DARE AI CITTADINI LA POSSIBILITA’ DI POTERSI ESPRIMERE, CIRCA UN IMPIANTO DI COSI’ ALTA PERICOLOSITA’ PER L’AMBIENTE E LA POPOLAZIONE.