Ieri come oggi – Contro la guerra militare, economica e sociale

Il 21 gennaio per noi comunisti rappresenta una data speciale, senza alcun dubbio storica.
Correva l’anno 1921, il 21 gennaio di ottantotto anni fa appunto, e al teatro Goldoni di Livorno, sede del XVII congresso del partito socialista italiano, si consumò la scissione che dette vita al Partito comunista d’Italia.
La frazione comunista, che aveva in precedenza già aderito alla Terza internazionale comunista del 1919, guidata da Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti e Umberto Terracini, uscì dal Goldoni si diresse al teatro San Marco, dove fondò il “Partito Comunista d’Italia, Sezione dell’Internazionale Comunista”.
Di tempo da quel giorno ne è passato molto, forse troppo, però gli ideali e gli obbiettivi dei comunisti non sono certo cambiati.
Come ogni anno, a Livorno, organizziamo un corteo e delle iniziative per ricordare questa data. Le parole d’ordine di quest’anno sono: “Ieri come oggi – Contro la guerra militare, economica e sociale”. Accanto al ricordo intendiamo instaurare una discussione sulle attuali condizioni, intendiamo affermare e sostenere che come allora anche oggi, quotidianamente, il proletariato deve subire la violenza del capitale e dei padroni. Violenza come le guerre, violenza nei luoghi di lavoro, violenza psicologica legata alla sicurezza del proprio posto di lavoro.
Anche oggi, come nel 1921, noi vediamo la necessita dell’esistenza di un partito comunista forte, che dia delle risposte chiare, semplici ma efficaci; delle risposte alla crisi economica, ma anche l’agognata risposta socialista nell’ottica del superamento del capitalismo.
Il nostro ruolo non si è ancora esaurito, a differenza di quello che pensano quanti propongono lo scioglimento del partito, e l’eccezionale partecipazione popolare al corteo ne è stata la risposta. Duemila persone, compagni, compagne con l’importante e cospicua partecipazione della comunità arabo-palestinese, hanno sfilato per le vie di Livorno ricordando la nascita del PCd’I e protestando contro la gestione governativa dell’attuale fase del capitalismo, fase il cui suo nucleo risiede nell’accentuarsi della crisi, contro la guerra che sta dilaniando la striscia di Gaza. I comunisti e le comuniste hanno sfilato cantando bandiera rossa, l’internazionale, per chiedere ad Israele di cessare immediatamente le criminali operazioni militari, per dire al governo che i provvedimenti presi per contrastare la crisi economica non sono adeguati, tanto meno nei confronti delle masse popolari dove questi risultano assenti o rischiano di essere addirittura caritatevoli.

Un corteo lungo, quello di sabato 17 gennaio, che ha toccato i punti più significativi della città labronica.
Partiti dal teatro Goldoni la prima fermata è stata alla lapide del partigiano, dove abbiamo confermato la necessità di continuare la lotta contro i fascismi, la necessità di sviluppare ancora oggi l’antifascismo e per protestare contro il progetto di legge 1360 che vuole equiparare partigiani e repubblichini.
La seconda fermata è stata in piazza Cavour. L’abbiamo dedicata ai morti sul lavoro, questo cancro che distrugge sempre più vite a causa dei ritmi e delle pessime condizioni di lavoro.
Abbiamo ribattezzato via Cairoli, la strada dove sono collocate le sedi di molte banche, “via degli speculatori già via degli strozzini”, il governo è pronto a varare un piano salva banche mentre si disinteressa dei ceti più deboli della società.
Abbiamo sostato in piazza Grande protestando ancora una volta contro il precariato, la precarizzazione del lavoro toglie il futuro non solo a chi ne viene colpito.
L’ultima sosta infine è stata davanti alla lapide apposta sulla facciata dell’ex teatro San Marco.
Non è stata certamente un’iniziative prettamente evocativa o celebrativa è stata un’occasione di analisi e discussione politica, anche per due partiti comunisti come PRC e PdCI, che per la prima volta l’hanno organizzata congiuntamente.
Il 21 gennaio ha avuto luogo un’ulteriore iniziativa, un dibattito pubblico dove, partendo appunto dalla nascita del PCd’I, è stato affrontato il tema della crisi economico-finanziaria mondiale e la recente guerra a Gaza, che si inserisce nel più ampio quadro della guerra globale imperialista degli USA, dichiarata al mondo dopo l’11 settembre 2001.
I relatori hanno analizzato i riflessi della crisi economica mondiale nel nostro paese ed evidenziato il ritardo dell’Europa, e in particolare del governo italiano, nell’assumere iniziative contro il massacro di Gaza e le mire espansionistiche dell’imperialismo USA, di cui Israele rappresenta la punta avanzata nell’area mediorientale.
Quello che certamente è emerso è “che noi s’insiste”, come recitava lo striscione di apertura del corteo, nonostante tutto, perché pensiamo che ancora oggi ve ne sia la necessità.
Vogliamo chiudere questo intervento lasciandovi a quello che recita la lapide posta al teatro San Marco:
“Avanguardia della classe operai – Alla testa della democrazia nella ventennale battaglia contro il fascismo, popolò dei suoi migliori le carceri e i campi di guerra – Sorretto dalla ideologia di Marx di Engels di Lenin e Stalin, dall’esempio di Gramsci sotto la guida di Togliatti, prosegue la lotta per rompere le catene di un duro servaggio per la pace e l’indipendenza d’Italia nella realtà del socialismo – I comunisti livornesi nel 28° anniversario”.

Niccolò Gherarducci
Alessandro Trotta