Uscire a sinistra dalla crisi per combattere l’immobilismo delle politiche portate avanti dalle amministrazioni locali. (interviste)

Uscire a sinistra dalla crisi non può prescindere dal fatto di contrastare l’immobilismo che si registra anche a Livorno. Lorenzo Cosimi, segretario Princiale del PRC -FdS di Livorno è chiaro su questo. E’ lo stesso Cosimi a sottolineare come sia in corso una crisi economica, occupazionale e con le stesse Istituzioni. “Il vuoto politico e istituzionale viene colmato da una proliferazione di comitati, verso i quali guardiamo con positività per quanto riguarda la partecipazione del Cittadino, ma che sono indice, appunto di un vuoto da colmare. Siamo abituati come comunisti a chiamare le cose con il proprio nome; ci è impossibile quindi giustificare ogni cosa rimandando tutto agli effetti della crisi. Nessuno può negare l’immobilismo e l’assoluta mancanza di volontà per dare risposte politiche adeguate da parte delle stesse amministrazioni locali.”
La ripercussione in ambito Portuale è grave, ed è lo stesso Mauro Grassi, segretario del circolo Porto del PRC di Livorno, a denunciare l’evidente attacco in corso nei confronti della Compagnia Portuali che si trova ad affrontare una vera e propria deregulation in ambito lavorativo locale. A farne le spese è per prima la sicurezza sul posto di lavoro, con la mancanza di controlli che la penalizzano sempre di più. Elemento cardine da affrontare è quello delle infrastrutture: c’è bisogno di investimenti per il fondale, per le banchine e per il collegamento ferroviario con l’Interporto. In questo contesto si apre un varco dentro al quale si inseriscono i privati che, invece di portare un valore aggiunto, cercano di fare opera di appropriazione.
Il tema dell’attacco alla Democrazia viene invece ripreso e rilanciato da Silvio Lami, capogruppo per il PRC alla Provincia di Livorno. Lami riprende per prima cosa la situazione portuale che per la Città labronica è esiziale. Più volte, come PRC è stata sottolineata la necessità di operare un ripensamento complessivo dei porti di Livorno e Piombino, in modo che possano beneficiare di una sinergia atta ad un rilancio comune, soprattutto nella prospettiva di quella che oggi viene considerata l’attività portuale del momento, l’economia turistica. Rimane scontato però, che questo non deve alienare l’attività tradizionale di un porto come quello di Livorno che da decenni ha operato sui traffici marittimi di ben altra natura. Dobbiamo quindi intervenire con strumenti adatti al mantenimento e ad un miglioramento della tipologia del lavoro portuale che viene svolto da tempo immemorabile (lavorando soprattutto sulle infrastrutture, come diceva prima Grassi)e nello stesso momento cercando di sviluppare adeguatamente, ma non a discapito del precedente,quella nuova prospettiva che è rappresentata dallo sviluppo del traffico turistico.
Per concludere, Silvio Lami mostra tutta la sua preoccupazione e quella dello stesso PRC, nei confronti dell’attacco alla democrazia sui luoghi di lavoro. Gli esempi si sprecano: da quello portato avanti nei confronti dei pescatori, a quello contro gli agricoltori, che vanno a sommarsi all’opera repressiva affidata alle forze dell’ordine verso altri e non meno importanti settori del mondo del lavoro. Tutto questo è indicativo della debolezza di un governo che non riesce a dare risposte migliori se non ricorrendo a strumenti visti in epoche passate. Un passo indietro grave che non può e non deve essere tollerato da chi ha a cuore il principio della democrazia.