Sinistra modello Nichi

di Marco Damilano

da L’espresso

Il progetto di Costituente. L’accordo con Fava. Il dialogo con Veltroni. La strategia di Vendola per conquistare la leadership del partito. E rilanciare le alleanze  Il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano con Nichi VendolaPer la sinistra è necessario ripartire dalle periferie, si è detto, e Nichi Vendola dà il buon esempio. Lunedì 19 maggio, per lanciare la candidatura alla segreteria di Rifondazione comunista, il presidente della Puglia ha scelto i tavolini tondi della discoteca romana Alpheus, di fronte al Gazometro, nel quartiere Ostiense prediletto dal regista turco Ferzan Ozpetek. Qui, come fate ignoranti, lo hanno ascoltato al buio per un’ora e 18 minuti l’ex segretario del partito Franco Giordano, l’ex sottosegretario Alfonso Gianni, l’ex vice-ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli: i nuovi extraparlamentari.

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Rifondare la sinistra comunista per fare più forte tutta la sinistra

di Haidi Gaggio Giuliani

A Genova i processi sul G8 stanno per terminare; incontro uno dei giovani che si è speso in questi anni in difesa di 25 capri espiatori. “E dopo che cosa farai?” gli chiedo. “Non lo so, andrò in montagna, a coltivare la terra”, mi risponde, amaro. Penso che coltivare la terra sia un’ottima cosa, se si tratta di una scelta, ma non se è determinata da una disillusione.
Sera al circolo del Partito: dei vecchi compagni discutono animatamente. “Abbiamo perso perché ci hanno tolto questo”, sbotta uno di loro, la mano aperta su una bandiera con falce e martello. Penso che i simboli sono importanti perché ci rappresentano, parlano delle nostre idee e della nostra storia; penso che è possibile anche rinunciare ad un simbolo, quando storia e idee sono talmente affermate da non avere più bisogno di carta d’identità; ma nella voce di questo compagno c’è la rabbia di chi si sente derubato, gli sono state tolte le parole che conosceva, non gli sono stati dati altri strumenti.
Leggo nella lista ligure: “Il vuoto politico di questi mesi ha fatto sì che io mi senta sempre più un corpo estraneo e solo, rischiando a volte di non sapere se faccio cose giuste”.

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Un congresso difficile per il nostro futuro

di Orfeo Goracci – Sindaco di Gubbio

su Liberazione del 22/05/2008

Il congresso che ci apprestiamo a svolgere è per i comunisti sicuramente il più difficile dopo quelli della clandestinità nel periodo fascista; viene dopo la più grossa sconfitta per la sinistra e per noi comunisti. Non aiuta certo il fatto che una parte importante del partito abbia voluto che l’assise congressuale si svolgesse su documenti contrapposti anziché a tesi emendabili (anzi la proposta del congresso a tesi è stata definita ipocrita). Certo, se c’è chi insiste per l’impostazione di forme di confronto così “forzate”, allora non è del tutto fuori luogo pensare che, a chi aveva idee e propositi (che ora in buona fede molti compagni ammettono…) come quella del “comunismo come tendenza culturale”, quella dell'”avanti con chi ci sta ci sta”, quella degli appelli pronti per il 15 aprile con cui si proponeva il superamento del Prc nella Sinistra Arcobaleno, quella di 100mila tessere arcobaleno pronte, a chi dunque voleva e vuole superare il Prc perché lo vive come piombo sulle ali, torni cinicamente utile la sua autodistruzione (ci saranno congressi di circolo con più relatori che presenti) e ciò non favorisce certamente il partito e la sua credibilità di fronte agli iscritti.

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Intervista a Leonardo Masella

di Goretz Yassir

E’ stata presentata ieri (lunedì 19 maggio) alla commissione congressuale la mozione, sostenuta anche dall’Ernesto, dal titolo: “Dall’appello di Firenze alla mozione dei 100 circoli. Rifondare un partito comunista per rilanciare la sinistra, l’opposizione e il conflitto sociale”. Dunque Rifondazione Comunista va ad un congresso con 5 mozioni. L’Ernesto ha deciso di non presentare una sua mozione ma di sostenerne una costruita con altri compagni che al congresso di Venezia votarono altre mozioni. Partiamo da qui per fare il punto sulla situazione con Leonardo Masella, che ha partecipato in prima persona, insieme ad altri, alla stesura della mozione “Rifondare un partito comunista, per rilanciare la sinistra, l’opposizione e il conflitto sociale”.

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Ferrero: «Dall’opposizione e dal basso, l’utilità del Prc è per l’oggi e il domani»

da Liberazione
di Checchino Antonini

«Dal basso e dall’opposizione. E senza sciogliersi». Non è la costruzione della sinistra (plurale e unitaria) l’oggetto del contendere al prossimo congresso del Prc. E nemmeno la responsabilità della sconfitta: «Siamo tutti responsabili», ripete – provando a smentire frettolose sinstesi giornalistiche – Paolo Ferrero, ex ministro della Solidarietà sociale nel defunto governo Prodi, e firmatario, con Maurizio Acerbo, Claudio Grassi e Ramon Mantovani, della mozione di maggioranza che ieri ha presentato in un teatro di Genova.

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