Il Tibet visto da est

Appelli italiani e blog cinesi: la verità sugli scontri tra monaci e polizia non è una sola. A Pechino monta il risentimento contro il “complotto occidentale”

di Cecilia Tosi

da Left

Domenico Losurdo, ma anche Sergio Romano. Gianni Vattimo, ma anche Luciano Canfora. Non è la lista dei candidati del Partito democratico, ma quella dei firmatari di un appello che invita tutti a protestare contro «un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese». Dopo le dichiarazioni di solidarietà arrivate ai ribelli tibetani da ogni parte del mondo, da altri fronti  sono giunte le critiche a giornali e televisioni occidentali, ritenuti colpevoli di aver dato spazio solo a una delle possibili interpretazioni della verità. «La realtà – scrivono i firmatari dell’appello – è che nel suo folle progetto di dominio planetario, l’imperialismo mira a smembrare un Paese che da molti secoli si è costituito su una base multietnica e multiculturale», Più pacati, ma egualmente polemici, i toni degli interventi sul forum di Associna, l’Associazione italiana delle seconde generazioni cinesi: «Non riesco a capire ’sti monaci, le fede buddista li dovrebbe guidare verso la ricerca di sè stessi, la meditazione e vivere lontano dalla politica. Perché devono fare politica?» scrive “Jie”. «Altro che pacifisti questi monaci», concorda “Zsw”, «bruciano auto della polizia e negozi, ci manca solo che fanno attentati. Non vi pare che siano per di più estremisti?».

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Russia: Quando il vento soffia, ma mancano le vele: risposta a Jakushev

di Anton Baumgarten
 
Le tesi espresse nell’ultimo saggio di Dmitrij Jakushev «Tesi sulla prospettiva socialista in Russia dopo Putin»[1] meritano un’attenta analisi. Le questioni teoriche generali discusse sono estremamente importanti, a maggior ragione per il fatto che l’Autore le passa in esame attraverso il prisma del momento storico attuale, il passaggio del potere presidenziale in Russia da Putin al suo successore Dmitrij Medvedev. Purtroppo, egli scrive di cose serie con una sconvolgente negligenza però sia rispetto ai fatti che alla logica stessa, e non solo giungendo a conclusioni affrettate, ma presentando queste ultime sotto forma di indiscutibili assiomi. 

Inizierò con le sue valutazioni di questo momento «medvedeviano». A mio parere nell’articolo è stato esagerato il carattere di discontinuità fra il corso di Putin e la supposta (!) direzione che invece prenderà Medvedev, così come lo stesso corso di Putin è stato rappresentato in una luce molto idealizzata. L’obbiettivo che Putin si pose non fu la nazionalizzazione dei settori strategici dell’economa, ma il loro passaggio di mano dall’oligarchia compradora e dai monopoli occidentali ai burocrati statali e ai capitalisti provvisti di una «visione nazionale». Putin è sempre stato e resta un neoliberale in economia, una creatura della restaurazione capitalista, come Medvedev del resto. La questione però è se Putin sia riuscito o meno durante il suo governo a creare una classe borghese in Russia: io penso di no. Ad ogni modo le ultime scoperte effettuate dal gruppo Burcev.ru[2] dimostrano come la «nazionalizzazione» di Putin sia di fatto sfociata nella creazione di un complesso Finanziario-Industriale-Energetico (FIE), monopoli e oligopoli in cui sono fortemente intrecciati apparato burocratico dello Stato, capitalisti privati e i vertici dei servizi segreti e del mondo criminale.

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Comunicato del Partito Comunista Portoghese sulle conseguenze della sconfitta del Trattato di Lisbona

Il Partito comunista portoghese ha diffuso un comunicato al termine di una conferenza stampa sulle conseguenze della sconfitta del Trattato di Lisbona
 
Ilda Figueiredo, membro del Parlamento europeo
Lisbona, 13/06/2008
 
Il Trattato di Lisbona è morto. La vittoria del No in Irlanda ha gettato nella spazzatura della storia un progetto di trattato che in realtà era un raggiro politico, poiché tentava di risuscitare la cosiddetta Costituzione europea, che era stata rifiutata dai popoli di Francia e Olanda.
 
La vittoria del No ha una grande importanza ed un significato politico.

Questo risultato rappresenta una sconfitta tangibile imposta dal popolo irlandese ai progetti di accrescimento del neoliberismo, del federalismo e del militarismo che i leader delle potenze europee e i gruppi economici e finanziari persistono nel portare avanti.

Un risultato anche indicativo a causa della campagna condotta dai principali leader dell’Unione Europea che, attraverso interferenze, pressioni e ricatti nei confronti del popolo irlandese, hanno tentato in ogni modo di condizionare il risultato del referendum.
 
Un risultato che evidenzia chiaramente le ragioni della paura che ha condotto, quelli maggiormente responsabili di aver predisposto questo Trattato, a prevenire in più paesi i referendum nazionali sul progetto di un nuovo Trattato europeo.

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Terrorismo, la denuncia di una ong “Gli Usa hanno 17 navi-prigione”

su la Repubblica del 02/06/2008

La denuncia nel rapporto dell’organizzazione Reprieve: “Sono Guantanamo galleggianti” Verrebbero usate per detenere, spostare e forse torturare prigionieri della “guerra al terrore”

Prigioni galleggianti, come una Guantanamo in mezzo al mare, per detenere, interrogare, forse anche torturare e poi spostare in giro per il mondo prigionieri catturati durante la “guerra al terrore”. Questo il ruolo di alcune navi militari americane, sembra diciassette, usate fin dal 2001 come carceri secondo quanto denuncia l’organizzazione non governativa Reprieve in un rapporto che sarà pubblicato abreve e del quale riferisce il quotidiano britannico The Guardian.

Sarebbero almeno duecento, secondo il rapporto, i casi di “rendition”, ovvero trasferimenti occulti in prigioni segrete dislocate in Paesi nei quali possibile praticare la tortura, attuati dal 2006, l’anno ciè in cui il presidente americano George W. Bush aveva assicurato la fine di pratiche di questo genere.

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Elezioni dell’11 maggio 2008: la Serbia resiste

di Enrico Vigna – Portavoce del Forum Belgrado Italia

su L’ERNESTO

Si va verso un governo di unità nazionale dei partiti non asserviti agli interessi stranieri dell’occidente.

Risultati

Secondo i dati della Commissione elettorale della Repubblica di Serbia questi sono i risultati finali delle elezioni tenute l’11 maggio:

la lista “Per una Serbia europea” di B. Tadic ha ottenuto il 38,44 per cento dei voti, ovvero 102 seggi;
il Partito Radicale Serbo il 29,36 per cento dei voti, ovvero 78 seggi;
la lista “Partito Democratico di Serbia – Nuova Serbia” di V. Kostunica ha ottenuto l’11,59 per cento, ovvero 30 seggi;
il Partito Socialista di Serbia – Partito dei pensionati uniti di Serbia – Serbia Unita il 7,60 per cento dei voti, ovvero 20 seggi;
il Partito Liberal democratico di Cedomir Jovanovic 5,24 per cento, ovvero 13 seggi.

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Tibet, il moralismo produce danni

di Kishore Mahbubani
su Corriere della Sera del 19/05/2008

Tutti gli europei, che leggono sui giornali i recenti episodi di proteste e disordini contro il passaggio della torcia olimpica in vista dei Giochi di Pechino, penseranno naturalmente che l’ Occidente si sia prefisso l’ obiettivo morale di aiutare il popolo tibetano. Che cosa c’ è di più morale che aiutare un popolo debole a ottenere l’ indipendenza da un governo oppressivo come quello cinese? La vera tragedia in tutto questo è che le principali vittime delle dichiarazioni dei politici europei saranno proprio gli abitanti del Tibet. Saranno loro a soffrire maggiormente se in Cina dovesse scatenarsi, per reazione, una violenta ondata di nazionalismo.

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