Cena “rossa”

L’impegno politico non è solo fatto di percorsi tradizionali, noiosi e austeri.  La socializzazione e la coesione tra Compagni e Compagne passa anche attraverso cene e momenti conviviali, utili anche a ricordare che l’autofinanziamento rimane uno dei punti cardini della Nostra organizzazione politica; piccola premessa per rinnovare anche da queste colonne l’invito a partecipare alle varie iniziative, politiche o meno, che sono programmate o in allestimento.
I Circoli di Colline, La Rosa e Salviano sono i primi a coinvolgerci con la “cena rossa” organizzata per venerdi 13 aprile p.v. presso la Casa del Popolo di salviano.

Di seguito la locandina – invito della serata.
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Negozi aperti il 25 aprile: amarezza e contrarietà da parte dell’ANPI livornese

di Franco Frediani *

Crediamo sia doveroso aprire un momento di riflessione per sottolineare, non senza contrastarla, la deriva revisionista e conservatrice che caratterizza il momento politico-storico che stiamo attraversando, sia nel paese che nella Nostra città. Il riferimento è chiaramente rivolto alla giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, che da tempo viene osteggiato e boicottato dalle destre italiane. Ricordare il Suo significato potrebbe sembrare superfluo, e lo è, almeno per Noi Comunisti. Purtroppo non è così per altri, e la cosa che ci rattrista maggiormente è vedere come, tra le forze politiche che tendono a indebolire  l’importanza di  questa ricorrenza piuttosto che rilanciarla, vi siano quelle stesse forze democratiche che amministrano la Nostra città.
Di seguito mettiamo a conoscenza tutti coloro che ci seguono, riguardo la posizione espressa dal comitato esecutivo dell’ANPI livornese in occasione delle decisioni assunte dalla stessa Amministrazione comunale di Livorno.

Il comitato esecutivo dell’ANPI ha appreso dalla stampa di Sabato 31 Marzo  la decisione, assunta con delibera dell’amministrazione comunale di Livorno, dell’apertura dei negozi in occasione del 25 Aprile, festa della Liberazione nazionale.
l’ANPI aveva chiesto, con una lettera del Febbraio scorso indirizzata all’Amministrazione comunale,  alle associazioni dei commercianti ed ai sindacati,  di inserire il 25 Aprile tra le giornate festive nel calendario d’apertura dei negozi. Si è deciso diversamente e questo provoca nella nostra associazione amarezza e viva contrarietà.   Leggi tutto “Negozi aperti il 25 aprile: amarezza e contrarietà da parte dell’ANPI livornese”

Buon viaggio Sasà…

Addio a Rosario Bentivegna

Rosario Bentivegna, che tutti conoscevano come Sasà, è morto stasera (2 aprile, ndr.) a 90 anni. Era nei partigiani dei Gap (Gruppi di azione patriottica) che presero parte all’attentato di via Rasella il 23 marzo del 1944 contro le truppe tedesche che occupavano la Capitale. Morirono trentadue soldati nazisti. Ventidue ore dopo, ci fu la rappresaglia dei tedeschi alle Fosse Ardeatine, dove vennero fucilati 335 civili italiani.

L’attentato di via Rasella, che Bentivegna non si stancò mai di raccontare, avvenne in occasione delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento. Una bomba scoppiò proprio in questa via del centro di Roma dove stava passando una compagnia del I battaglione del Reggimento SS-Polizei Bozen, composta da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali e soldati. Poco dopo due squadre dei Gap sotto il comando di Franco Calamandrei e Carlo Salinari, lanciarono bombe a mano e fecero fuoco sui sopravvissuti. Rosario Bentivegna, studente in medicina, con la copertura di Carla Capponi, anche lei studentessa in medicina e compagna di una vita con la quale ebbe una figlia, fece nel frattempo esplodere la bomba, nascosta in un carrettino da spazzino. Ancora oggi i palazzi di via Rasella portano i segni di quelle fucilate. Parlando di quei giorni agli studenti romani, Sasà raccontava che non si sarebbe «mai sognato di farlo», ma che fu «costretto a uccidere»; parlava loro della paura, del rischio per i partigiani di essere fucilati se venivano sorpresi armati dai nazisti. Leggi tutto “Buon viaggio Sasà…”