Addio a Rosario Bentivegna
Rosario Bentivegna, che tutti conoscevano come Sasà, è morto stasera (2 aprile, ndr.) a 90 anni. Era nei partigiani dei Gap (Gruppi di azione patriottica) che presero parte all’attentato di via Rasella il 23 marzo del 1944 contro le truppe tedesche che occupavano la Capitale. Morirono trentadue soldati nazisti. Ventidue ore dopo, ci fu la rappresaglia dei tedeschi alle Fosse Ardeatine, dove vennero fucilati 335 civili italiani.
L’attentato di via Rasella, che Bentivegna non si stancò mai di raccontare, avvenne in occasione delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento. Una bomba scoppiò proprio in questa via del centro di Roma dove stava passando una compagnia del I battaglione del Reggimento SS-Polizei Bozen, composta da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali e soldati. Poco dopo due squadre dei Gap sotto il comando di Franco Calamandrei e Carlo Salinari, lanciarono bombe a mano e fecero fuoco sui sopravvissuti. Rosario Bentivegna, studente in medicina, con la copertura di Carla Capponi, anche lei studentessa in medicina e compagna di una vita con la quale ebbe una figlia, fece nel frattempo esplodere la bomba, nascosta in un carrettino da spazzino. Ancora oggi i palazzi di via Rasella portano i segni di quelle fucilate. Parlando di quei giorni agli studenti romani, Sasà raccontava che non si sarebbe «mai sognato di farlo», ma che fu «costretto a uccidere»; parlava loro della paura, del rischio per i partigiani di essere fucilati se venivano sorpresi armati dai nazisti. Leggi tutto “Buon viaggio Sasà…”