Sidacati dalla parte dei lavoratori e non dei padroni!

Leggiamo con stupore le prese di posizione irresponsabili di rappresentanti istituzionali e sindacali, in merito a quanto accaduto stamani davanti alla sede di Confindustria e della Cisl.

Irresponsabili perché confondono la causa con l’effetto: si guarda il dito invece della Luna.

Livorno vive una drammatica crisi sociale, con aziende che chiudono e tantissimi lavoratori che sono in cassaintegrazione, quando addirittura ad un passo dal licenziamento, di questo ci si dimentica con troppa facilità e superficialità: l’esasperazione e la rabbia è – tra i lavoratori – veramente tanta.

Sia contro Confindustria che tenta di demolire diritti, di cancellare il Contratto Nazionale di Lavoro e di ridurre ulteriormente salari già oggi da fame.

Sia contro alcuni sindacati. Ci si dimentica, infatti, che le divisioni che sono presenti nel mondo del lavoro, nascono proprio dall’azione unilaterale di sindacati minoritari – tra cui la Cisl – che da tempo firmano accordi e decidono a prescindere dalla volontà dei lavoratori.

E quando dei lavoratori arrivano addirittura a contestare l’organizzazione che dovrebbe difenderli, la cosa dovrebbe interrogare chi ha la responsabilità di dirigere quel sindacato, invece di lasciarsi andare a dichiarazioni inaccettabili come quelle del Segretario Regionale Cerza.

Caro Cerza, lo squadrismo non c’entra niente con quello che è accaduto: queste dichiarazioni manifestano o ignoranza o grave strumentalità!

La cosa che deve augurarsi la città e sui tutti dobbiamo essere impegnati, è quella di superare le polemiche inutili e di far crescere la risposta dei lavoratori all’aggressione sistematica a cui quotidianamente sono sottoposti, per costruire nella lotta una via d’uscita ad una crisi che rischia di travolgere l’intera economia del territorio.

Livorno, 01 ottobre 2010

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA DI LIVORNO

Uno stillicidio da fermare!

Le notizie apparse oggi in relazione alla decisione di Inalfa di chiudere lo stabilimento livornese ci costringono ad ampliare il numero delle situazioni di grave crisi nelle nostre zone. Il nostro territorio non può continuare ad assistere a questo continuo stillicidio. In questo modo rischiamo di assistere ad una perdita occupazionale che ci condanna ad anni di gravi difficoltà economiche e soprattutto sociali.

Il primo pensiero va ai lavoratori che, stando ad oggi, vedono prospettarsi la possibilità di un loro “licenziamento collettivo” con la sola spiegazione contenuta in una nota di Confindustria in cui è scritto che il cda di Inalfa ritiene “che non esistono le condizioni per il prosieguo dell’attività presso lo stabilimento taliano”. Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio alle azioni che riterranno di mettere in campo, ci uniamo alla richiesta che i sindacati hanno rivolto a Rossi perché intervenga immediatamente in qualità di Presidente della Regione.

Cogliamo l’occasione per richiamare ancora una volta tutte le istituzioni locali e la Regione a muoversi unitariamente per far fronte alla grave situazione che stiamo affrontando. Non possiamo continuare a leggere giorno dopo giorno la notizia di fabbriche che delocalizzano, di produzioni che si perdono, di lavoratori in Cassa Integrazione o peggio ancora in mobilità. Potremmo aggiungere tutti quei lavoratori precari o di piccole realtà produttive su cui cade il silenzio totale dei media e della politica.

Invitiamo, come abbiamo già fatto, gli enti locali a partire dalla Provincia a chiedere immediatamente un incontro con il Presidente Rossi per verificare insieme alla Regione le azioni da mettere in campo per bloccare la perdita di occupazione in atto. Su questo terreno siamo convinti che sia necessario porre il problema di dare nuovamente allo Stato, nelle sue diverse articolazioni, un ruolo attivo nell’economia, di dotare gli Enti di strumenti legali in grado di contrastare il processo di delocalizzazione in corso e di accompagnare questi con politiche attive volte a incentivare la permanenza dell’industria manifatturiera sul nostro territorio. Il solo marketing territoriale che tanto piace a molti esponenti del mondo politico non è sufficiente se non è accompagnato da una complessità di interventi che costituiscono un quadro legislativo e programmatico in grado di creare una realtà che da un lato spinga le proprietà a investire sui nostri territori e dall’altro renda estremamente “non conveniente” per quest’ultime dismettere la produzione.

Lorenzo Cosimi     PRC Livorno

Michele Mazzola    PdCI Livorno

Sabato 18 settembre ore 17 – Presidio in Piazza Cavour

Se passa il provvedimento del Governo nuovamente approdato al Senato. I lavoratori al momento dell’assunzione saranno costretti a sottoscrivere la rinuncia ad andare in giudizio in caso di controversia legale e di accedere esclusivamente all’arbitrato che potrà agire anche in deroga alle leggi e ai contratti.

E’ UNA VERGOGNA ANTICOSTITUZIONALE!!!!      PROTESTIAMO E PARTECIPIAMO COMPATTI!

Tutti i comunisti devono sostenere la FIOM e la CGIL in difesa del contratto nazionale

Ciò a cui abbiamo assistito in questi giorni è la manifestazione più esplicita della volontà di Confindustria di ridurre i diritti dei lavoratori e avviare un corsa al massacro sociale, cercando di gareggiare con altri Paesi, Cina, Vietnam, Filippine, solo sulla riduzione del costo del lavoro. In questo modo si concretizzano scelte suicide e miopi che impoveriranno i lavoratori, che così acquisteranno meno merci e servizi, abbasseranno gli anni di istruzione dei figli e dovranno andare in pensione prima perché non possono reggere a un lavoro sempre più usurante.

La disdetta del contratto nazionale dei metalmeccanici da parte di Federmeccanica compromette fortemente la possibilità di perseguire una distribuzione del Pil passabilmente equa tra il lavoro e le imprese, e di stabilire quali sono i diritti e i doveri specifici dei lavoratori e dei datori. Il tutto, ovviamente, a scapito dei lavoratori. Con la crisi in corso i redditi da lavoro continuano a perdere punti sul Pil a favore dei redditi da capitale (dati Ocse). In una recente intervista Luciano Gallino ha affermato che “Perdere 1 punto di Pil significa che ogni anno 16 miliardi vanno ai secondi (i capitali) invece che ai primi (i lavoratori). Questa redistribuzione del reddito dal basso verso l´alto ha impoverito i lavoratori, contribuito alla stagnazione della domanda interna, ed è uno dei maggiori fattori alla base della crisi economica in corso.”

Le scelte di Federmeccanica possano innestare pesanti ricadute anche sul nostro territorio su cui sono presenti grandi realtà industriali dalle industrie di Livorno a quelle di Piombino. Che ne sarà delle condizioni di lavoro alla Lucchini, alla Magona e in tutta la componentistica livornese?

Su questo fronte siamo convinti della necessità di una grossa mobilitazione di tutti i nostri territori a fianco della FIOM e della CGIL, la più grande realtà sindacale che ha capito la gravità della situazione e che al momento rappresenta un punto di riferimento in questa lotta. Ci sentiamo di fare un appello a tutti i comunisti presenti anche nelle altre organizzazioni sindacali affinché si organizzino e sostengono nei luoghi e nei modi che valuteranno più opportuni la battaglia per la difesa del contratto nazionale.

Lorenzo Cosimi – PRC Livorno

Michele Mazzola – PdCI Livorno                       

Incontro con i lavoratori della Fratelli Elia

Stamani una delegazione della Federazione della Sinistra, guidata dal Segretario della Federazione livornese del PRC, Lorenzo Cosimi, ha incontrato i lavoratori della Fratelli Elia che hanno indetto uno sciopero di tre giorni con il blocco dell’ingresso ed uscita dei camion dal piazzale della società lungo l’Aurelia.
Condividiamo la preoccupazione dei lavoratori che, da parte dell’azienda, si richieda la cassa-integrazione per trentasette dipendenti, in presenza, non di un calo effettivo del carico di lavoro, ma del suo spostamento verso la Wintermar di cui la Fratelli Elia è uno dei soci-proprietari. Tra l’altro non assicurando, alla fine delle 13 settimane, nessun reintegro dei lavoratori, ma paventando per loro la mobilità.
Crediamo sia indispensabile che, anche in questo caso, debba affermarsi il principio che i lavoratori debbano seguire il lavoro. Cosa che risulterebbe essere molto semplice, anche in considerazione del fatto che Wintermar non ha personale proprio, ma appalta il servizio ad altri soggetti.
Per queste ragioni, oltre a concordare con le valutazioni delle organizzazioni sindacali che hanno deciso di non firmare la richiesta di cassa integrazione, la Federazione della Sinistra ha espresso la propria solidarietà ai lavoratori, manifestando il proprio impegno a far arrivare il problema sui tavoli istituzionali e operando per allargare il fronte delle forze politiche e sociali a sostegno delle richieste dei lavoratori.