Dimissionaria la Segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista

 

 

 

La segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, riunita per valutare i risultati delle elezioni politiche, desidera innanzitutto ringraziare le compagne e i compagni per la generosità del loro impegno personale, sia sul piano politico che organizzativo. Le compagne e i compagni di Rifondazione sono stati infatti la spina dorsale della campagna elettorale di Rivoluzione Civile sui territori.
Il risultato di Rivoluzione Civile è stato negativo. Non siamo riusciti in campagna elettorale a far emergere il profilo antiliberista, di sinistra  e popolare della lista, che è rimasta schiacciata tra le spinte al voto utile e quelle al voto di protesta. Al di la di ogni altra considerazione, l’insuccesso della lista ha quindi una precisa ragione politica nell’incapacità di interpretare ed intercettare il forte disagio sociale e il largo dissenso verso le politiche di austerità.
Le elezioni ci consegnano un quadro terremotato, un quadro di crisi organica del sistema in cui la crisi sociale si salda con una crisi istituzionale e con la completa delegittimazione del sistema politico.  Un quadro di crisi organica in cui il paese non si riconosce nelle politiche neoliberiste e nel sistema politico ma non ha maturato e non ha a disposizione alcuna alternativa. Non a caso  escono penalizzate le forze che più si sono identificate con le politiche di austerità e con la governabilità, a partire da Monti per arrivare fino al PD. Parallelamente Berlusconi è stato premiato per il suo smarcarsi dalle politiche del governo Monti e Grillo risulta il vero vincitore delle elezioni perché è stato individuato come il veicolo più efficace contro il sistema politico in quanto tale e le politiche economiche che lo hanno caratterizzato. Il risultato del voto non è quindi un rivoluzione ma l’approfondirsi della crisi del sistema, crisi plasticamente rappresentata dall’impossibilità di determinare in parlamento una maggioranza di governo.
L’ingovernabilità e la crisi verticale del sistema politico è anche il risultato perverso della forzatura antidemocratica attuata da Napolitano – sotto dettatura dei poteri forti – nel novembre 2011 . Il rischio è che adesso le classi dirigenti facciano una ulteriore forzatura per proseguire le politiche di rigore e austerità: Che di fronte all’assenza del consenso popolare, puntino ad uno scardinamento Costituzionale in senso presidenzialista per determinare in forma autoritaria quella governabilità che non sono stati in grado di costruire attraverso il consenso attivo.
Noi ci opponiamo radicalmente a questa prospettiva e proponiamo l’abbandono delle politiche neoliberiste e la ricostruzione democratica partecipata di un rinnovato sistema politico basato su un sistema elettorale proporzionale. Crisi sociale e crisi istituzionale hanno cioè una soluzione solo nella direzione di maggiore giustizia sociale e maggiore democrazia.
A tal fine è necessario rilanciare con forza la costruzione di un polo politico della sinistra antiliberista e proponiamo che Rivoluzione Civile dia vita ad questo vero e proprio processo costituente, democratico e partecipato.  Parallelamente è necessario rafforzare e qualificare l’azione di Rifondazione Comunista che di questo processo di unità della sinistra antiliberista deve essere motore e protagonista.
Per aprire la discussione sui risultati elettorali e sulla ridefinizione del nostro progetto strategico – che dovrà trovare nei tempi e nei modo opportuni una sistematizzazione congressuale – è convocata per il 29 p.v. la Direzione Nazionale e per il 9/10 marzo il CPN, a cui la segreteria nazionale rimetterà il suo mandato.

Non fatevi ingannare dal voto utile

 

 

“L’appello al voto utile è un inganno”. Questo il messaggio che Antonio Ingroia ribadisce a Perugia, prima tappa della giornata umbra. Nell’affollata sala dei Notari il leader di Rivoluzione Civile aggiunge: “chi sta favorendo il centrodestra è chi si prepara a fare un governo con Monti perché Monti è il centrodestra”.
Questo non esclude, però, convergenze rispetto alla altre forze politiche: “Rivoluzione civile ha il programma più dettagliato e più coerente di qualsiasi altra lista ed è benvenuto chiunque converga sulle nostre posizioni”. Per esempio, una delle priorità di Rivoluzione Civile è la riforma della giustizia: “Abbiamo bisogno di un processo breve e di una prescrizione lunga e dovremmo cancellare le leggi ‘ad personam’ per fare un’efficace legislazione contro i corrotti”.
A una settimana dal voto il leader di Rc è sereno, come dichiara nell’intervista rilasciata nel pomeriggio a TgCom24: “Sto incontrando tanti cittadini con grande voglia di partecipare e di fare quella rivoluzione pacifica che proponiamo – dichiara – sono confortato e rassicurato da quello che vedo e che sento”. Gli italiani, infatti, ascoltano con attenzione quello che Rivoluzione Civile ha da dire, nonostante il sistema dell’informazione e le altre forze politiche stiano cercando di oscurarla: “cercano di escluderci dall`inizio della campagna elettorale anche dai dibattiti Tv. Forse anche Monti ha paura di confrontarsi con i temi e con i contenuti di Ingroia e Rivoluzione Civile”.  E anche Beppe Grillo, che dice di stare dalla parte dei cittadini, non ha una vera proposta politica per Ingroia: “è facile dichiarare a parole di essere contro la Casta, ma in questo momento è grazie alla magistratura che la Casta viene portata alla sbarra. Noi stiamo dalla parte della magistratura che vuole tutelare i cittadini onesti”.
Del resto il primo problema italiano è quello della corruzione e della malapolitica: “l’Italia di oggi ormai è una tangentopoli a cielo aperto – continua Ingroia a Tgcom – ma il merito di aver scoperchiato questa nuova Tangentopoli è della magistratura, mentre Monti è responsabile per non aver messo in piedi dei rimedi adeguati per contrastare la corruzione”. Rivoluzione Civile, invece, vuole ripartire proprio dalla lotta all’evasione, alla criminalità e alla corruzione per far uscire il Paese dalla crisi: “La nostra proposta è di confiscare i patrimoni ai corrotti e agli evasori fiscali. Noi – conclude – abbiamo un obiettivo ambizioso, quello di eliminare la mafia, colpendola nel suo cuore finanziario, contrastando le collusioni con la politica e bloccando la sua diffusione”.

Coteto: “abitare sociale”

 

  • di Tiziana Bartimmo

 

L’atto è stato presentato dall’assessore come uno strumento urbanistico, sottolineando che è proprio uno strumento anche per poter partecipare a bandi di gara, sapendo che quell’area è dedicata a beni pubblici. In più si chiama abitare sociale, e anche secondo consiglieri PD, l’obiettivo della variante è rispondere al pressante disagio abitativo con alloggi popolari e a canone concordato. E allora? Sembrerebbe tutto liscio come l’olio, peccato che, a partire dalla circoscrizione interessata, per passare poi da altri, siano cominciati a sorgere dubbi e ad avanzare osservazioni, che però non sono state prese minimamente in considerazione, adducendo che il ragionamento tecnico urbanistico non puo’ essere abbinato a un ragionamento politico. Ma noi siamo consiglieri comunali e facciamo un ragionamento politico, che non può essere altra cosa, anzi facciamo un ragionamento tecnico-politico.

L’area in questione è già fortemente interessata a forti trasformazioni, con quanto sta avvenendo per il nuovo centro e, in modo più marginale, con borgo di Magrignano, altro pesante insediamento abitativo, che non sono poca cosa da un punto di vista di impatto ambientale, e dovevano imporre una maggiore attenzione al quartiere. Quindi ecco le osservazioni sulla necessità di uno studio complessivo della viabilità per l’intero quartiere, nonché sui parcheggi previsti in base alla normativa, la legge Tognoli (‘89) che risulta ormai inadeguata. I parcheggi devono essere incrementati rispetto alla legge 122 per non creare ulteriori appesantimenti nella zona, dato che più di 350 alloggi sono un carico pesante che dovrà tra l’altro prevedere nuovi servizi. Leggi tutto “Coteto: “abitare sociale””