Grazie Cinzia!

CinziaQuesto primo settembre, la nostra compagna Cinzia Tani ha smesso di essere dipendente della Federazione del PRC-SE di Livorno, per avviarsi verso la pensione. Cinzia è stata e rimarrà una compagna ed una militante preziosissima, descrivere tutto il supporto e la competenza che ha dato al Partito non sarebbe un elogio sufficiente a ringraziarla. Nonostante negli ultimi anni fosse in cassa integrazione, perché non potevamo più permetterci una dipendente, il suo impegno ed il suo affetto nei nostri confronti non è mai venuto meno, perché Cinzia è una compagna speciale.

Ognuno di noi, in questi anni, ha avuto modo di ricevere da lei un sorriso, una parola dolce, una spalla e tutto il sostegno di cui era capace, senza chiedere niente in cambio. Cinzia è così, mette in gioco se stessa per proteggere gli altri e preferisce farsi avanti in silenzio ed in prima persona per affrancare i suoi compagni e le sue compagne, è mamma, sorella e amica di questa piccola grande famiglia che è Rifondazione Comunista. Speciale è anche la sua cucina e se i livornesi (e non solo) sono ancora convinti che alle feste di Rifondazione Comunista si mangi con la soddisfazione di un ristorante stellato è grazie alle sue ricette, alla sua pazienza ed al set di marmitte gigantesche da potercisi tuffare dentro, che rimesta con la grazia e la disinvoltura che Carlo Cracco impallidirebbe. Molti compagni hanno purtroppo sviluppato alcune dipendenze dai suoi piatti, ma tant’è… averla come pusher è cosa dolce e gradita in fin dei conti!
Vogliamo ringraziarti Cinzia, di esserci stata e di continuare ad esserci, perché nonostante le difficoltà, le incazzature, le frustrazioni e le delusioni, hai sempre trovato il modo di squarciare la tristezza e sostenerci come dei figli. Siamo orgogliosi di essere tuoi compagni. Compagni di lotta e compagni di vita!

Chiusura Coop di Via Anna Frank: strumentali i riferimenti aziendali all’occupazione abitativa

Coop_Colline

Un fulmine a ciel sereno, come ormai tanti ne riscontriamo sul cielo di Livorno: la Incoop di via Anna Frank, a Colline, chiude definitivamente giovedì 31 agosto, i lavoratori fortunatamente trasferiti negli altri supermercati. Unicoop Tirreno comunica che le ragioni di questa scelta sono il calo di vendite riscontrato negli ultimi tempi e, soprattutto, l’inopportunità di mantenere aperto il punto vendita a causa delle condizioni di occupazione del piano superiore. Tale situazione causerebbe dannose incertezze sul computo delle utenze e l’impossibilità di intervenire su perdite e infiltrazioni, queste ultime presumibilmente da addebitarsi alle famiglie del piano superiore.

Possibile che un’organizzazione come Unicoop Tirreno non sappia far fronte a queste condizioni con soluzioni alternative? certo che no…  l’azienda viene da scelte industriali passate sbagliate e sempre meno sostenibili, come quella del Parco del Levante, che stanno drenando risorse preziose ed evidentemente non stanno dando i frutti sperati. Recentemente l’azienda aveva già tentato la chiusura della Coop di via Mastacchi, quindi è chiara la volontà di colpire gli esercizi Incoop, da sempre riferimento dei cittadini nei quartieri più popolari. Meglio avrebbe fatto l’azienda a dire la verità ed annunciare in tempi meno sospetti che ulteriori provvedimenti sarebbero stati necessari per mantenersi a galla, anche se non previsti nel piano industriale. Al contrario, Unicoop ha deciso evidentemente di fare di necessità virtù e cogliere la palla al balzo, dando la colpa agli occupanti.

La gravità sta nel fatto che questa malcelata scusa fa dell’emergenza abitativa della nostra città un capro espiatorio, accentuando le condanne e la diffidenza che montano a Livorno verso chi ha non ha la possibilità di avere un tetto “legale” sopra la testa. Nel dibattito cittadino, l’impossibilità di avere legalmente accesso ad alloggi disponibili, sembra essere legata solo al comportamento più o meno corretto o morale dei diretti interessati, si danno in sostanza giudizi sul merito individuale senza riconoscere la generale aberrazione di una città con alloggi vuoti e intere fasce di popolazione senza una casa. Ci dispiace molto che Unicoop abbia deciso di alimentare questa condanna sociale verso le occupazioni e che non abbia voluto spendere nemmeno una parola sulle condizioni dei propri “vicini di casa”.
La coop sei tu… ma solo se riesci a fare la spesa tutte le settimane?

La segreteria della Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

21° anniversario della scomparsa di Edda Fagni

Oggi, lunedì 28 agosto, ricorre il ventunesimo anniversario della scomparsa della compagna Edda Fagni: una delegazione di Rifondazione Comunista ha partecipato alla commemorazione che si è svolta nel pomeriggio presso il tempio della Cremazione al cimitero dei Lupi, assieme ai familiari ed ai delegati di altre forze politiche ed associazioni livornesi (erano presenti rappresentanti del PCI, di Sinistra Italiana, di Oltre per Livorno e di Alba).

Docente universitaria di pedagogia, aderì al PCI col quale fu assessore a Livorno dal 1975 al 1980, per diventare poi consigliera regionale e deputata; tra i fondatori di Rifondazione Comunista, col PRC fu eletta senatrice nel 1992 e rieletta nel 1994.

20170828_174141 20170828_175019La coerenza e determinazione del suo impegno politico da comunista per una società più giusta, assieme alla sua attività nel campo della pedagogia ed alla sua profonda umanità ne fanno per noi e per tutta Livorno una figura indimenticabile!

Sull’ospedale di Cecina

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Ospedale come un carciofo ?
Nel Gennaio del 2007, Rifondazione comunista accusava l’ASL ed i partiti della maggioranza comunale
di Cecina, di assecondare un progetto che sviliva il ruolo e le funzioni del laboratorio d’analisi e non solo
del nostro ospedale.
Dalla stampa locale del 02/02/2007, i partiti della maggioranza ( DS, Margherita, PDCI, e SDI )
ribadivano, “che la proposta dei vertici ASL di riorganizzare i laboratori d’analisi , non inciderà sulla
qualità dei servizi sanitari della nostra zona, non può essere assolutamente messa in discussione, ma che al contrario deve essere migliorata”.
Ed ancora “In questa logica ci sono punti irrinunciabili come: Potenziamento del Pronto soccorso e del Reparto di Ortopedia; attivazione del servizio di riabilitazione, delle guardie anestesiologiche e della terapia intensiva, salvaguardia dei livelli occupazionali; riduzione delle liste di attesa”.
Annunciavano spocchiosamente che Rifondazione Comunista sarebbe stata chiamata a darne conto nelle sedi opportune !
Sono passati dieci anni e stiamo ancora aspettando !
Purtroppo in questi dieci anni l’ASL ha potuto sfogliare il carciofo (come disse efficacemente tanto tempo fa e ripete ancora Don Reno), come ha voluto, visto l’accondiscendenza di fatto di troppi partiti! Pronto Soccorso basta con i colori, adesso diamo i numeri !
L’Assessora Regionale alla Sanità Saccardi ( in odore di futura Presidente Toscana ?), annuncia che dal 2018 i pronti soccorsi passeranno dai colori e daranno i numeri.
La Saccardi afferma pomposamente che nel cambiare tutta l’organizzazione si ridurranno i tempi d’attesa di tutti i pazienti ( questa favola l’abbiamo già sentita da anni per le liste di attesa annuali ). Ma se non verranno assunti stabilmente e definitivamente centinaia di dottori ed infermieri in tutti i reparti che sono già sotto organico, avremo la “turbata gattopardesca”, che forse diminuiranno le code ed i tempi di attesa dei pronti soccorsi, perché tanti malati faranno le code ed aspetteranno nei vari reparti dove sono stati indirizzati dal pronto soccorso !
Questa è una “furbata” che se non ci saranno tante assunzioni verrà presto smascherata!
“Non porgiamo l’altra guancia” ai politicanti ed i loro amici, ma piuttosto pratichiamo con delicatezza il versetto “occhio per occhio, dente per dente”.
Non facciamo sfogliare ancora il “ carciofo “ dell’ospedale, perché presto potremmo arrivare al torsolo !.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Circolo di Cecina

In merito a quanto appreso sulla stampa inerente al parere positivo del sindaco di Cecina, Samuele Lippi, di delocalizzare la sala di emodinamica dall’ospedale di Cecina all’ospedale di Piombino, il circolo del partito della Rifondazione Comunista di Rosignano esprime dissenso e preoccupazione. Non solo la riforma della sanità della Ministra Lorenzin sta depauperando il sistema sanitario nazionale, che come garantito dalla costituzione deve permettere l’accesso alle cure a tutti/e ma vediamo che questa ha effetti direttamente sul nostro territorio: saremo spettatori dello smantellamento fisico di parti importanti o addirittura essenziali dell’Ospedale come per i casi delle problematiche connesse all’apparato cardiovascolare oppure alla insistente mancanza di personale all’interno dei reparti, che provocano problemi di posti letto e ritardi nelle visite specialistiche. Si capisce come la funzionalità di un ospedale, quando se ne inizia lo smantellamento fisico, vada annullandosi. In un territorio duramente colpito economicamente e con molte potenziali risorse non prese in considerazione come il nostro, urgerebbe una necessità e soprattutto una volontà di intenti fra i sindaci della Bassa Val di Cecina e una maggiore chiarezza. In questi ultimi anni la sanità più che un diritto è diventato un lusso. Noi ribadiamo che siamo stanchi di assistere al lento omicidio commesso da questa politica ai danni della salute pubblica e che la sanità deve essere pagata in base al reddito e accessibile, con tempi di attesa meno lunghi. Come è possibile ciò? Attraverso una politica che vada ad investire sulla sanità, ridistribuendo la ricchezza dove è veramente necessario, togliendo finanziamenti al privato rendendo la cosa pubblica veramente a portata di tutti/e.

IL DIRETTIVO DEL CIRCOLO DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA ROSIGNANO

Vertenza Porca Vacca: inaccettabile la risposta dell’azienda

Ebbene, la tanto attesa replica della proprietà del Porca Vacca alla mobilitazione cittadina è arrivata. Vuota, senza alcun riferimento a fatti e comportamenti specifici e quindi inutile ed autocelebrativa. Tutta tesa a difendersi da quelli che sembrano considerare meri attacchi ideologici. Dicono di essere un’impresa toscana fatta di toscani, che compete in un settore dominato da aziende straniere e che, nonostante ciò, rappresenta un fulgido esempio di successo al quale stentano loro stessi a trovare eguali. Evidentemente è un valore aggiunto essere sfruttati dalla propria gente nonché far finta di essere un piccolo David contro Golia, perché le cose non stanno così. Il mondo della ristorazione veloce è dominato da pochi, grandi, marchi internazionali, che agiscono però come franchising rispetto a medie e grandi società locali che arrivano a controllare spesso decine e decine di locali; e sono queste ultime a pagare i propri dipendenti ed essere direttamente responsabili delle proprie scelte imprenditoriali. Una di queste, la Arranger Consulting di Firenze, tra le altre cose, ha avuto uno sviluppo ancora più impetuoso del Porca Vacca, aprendo franchising Burger King in quasi tutte le città toscane in circa due anni. In questo settore, e basta leggere qualche volta il Sole 24 Ore, diverse aziende italiane stanno infine entrando con marchi propri e con altrettanto successo, come ad esempio i friulani Old Wild West.

La replica continua affermando che, sostanzialmente, la proprietà si toglie il pane di bocca per fornire alla collettività il “Progetto Porca Vacca” e che, se qualcuno ha goduto fino a questo momento, sono stati i dipendenti. L’azienda, continuano ad affermare, si difende solo da attacchi strumentali provenienti da chi vuole farli chiudere. E chi vuole farli chiudere? i dipendenti? il sindacato? i Partiti? Significa che dietro le nostre azioni c’è la longa manus di Mc Donald? Non è così, noi non vogliamo che il Porca Vacca chiuda, anzi. Vogliamo che si sviluppi: ma che si sviluppi in una direzione che porti reddito e dignità per i lavoratori, non certo verso la direzione in cui punta chi vorrebbe i dipendenti zitti e pronti ad accettare di tutto pur di lavorare. La verità è che la lotta degli ex dipendenti del Porca Vacca è una piccola Stalingrado per la concezione del lavoro nella nostra città.
Non è nei momenti di sviluppo che si delinea il futuro, ma in quelli di crisi. E’ quando il mondo che conosciamo arretra che si delinea quello che saremo, e noi non vogliamo essere gli schiavi del XXI secolo.
Vogliamo il reintegro dei dipendenti licenziati ingiustamente, che tutte le mansioni siano adeguate al contratto collettivo nazionale e che non si abusi di part-time o contratti a chiamata solo per tenere sotto ricatto i dipendenti. Tutto questo è stato consentito in nome di uno sviluppo che non c’è stato e non ci sarà. Quindi basta!

Francesco Renda
Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Presidio al Porca Vacca
Presidio al Porca Vacca – Foto by Giacomo Bazzi

Lunedì 7 agosto dalle 19:00, presidio di fronte al Porca Vacca contro i licenziamenti

porca_vacca2 porca_vacca3 porca_vacca4 porca_vaccaLunedì 7 agosto dalle 19:00 ci sarà un presidio di fronte al “Porca Vacca” di Livorno. Invitamo tutta la cittadinanza a farsi sentire!

Assieme a tante e tanti livornesi, noi c’eravamo a febbraio, quando si protestava per una dipendente sospesa per un “like” su un contenuto Facebook sgradito ai padroni. C’eravamo a luglio quando lavoratori e lavoratrici si sono mobilitati contro gli atti discriminatori e intimidatori, i mancati inquadramenti e il mancato riconoscimento degli straordinari.
E ci saremo lunedì, per sostenere le vittime dei licenziamenti ritorsivi!

questo il comunicato degli Ex lavoratori licenziati Porca Vacca:

Noi lavoratori e lavoratrici del fastfood Porca Vacca che siamo stati licenziati il 31 luglio 2017, con questa lettera aperta vogliamo sensibilizzare tutta la nostra città sul vergognoso trattamento che i vertici aziendali ci hanno riservato. Non abbiamo fatto altro che rivendicare il rispetto della dignità e dei diritti di noi lavoratori.

Dallo sciopero di febbraio a oggi l’azienda ha licenziato tutti i lavoratori iscritti al sindacato e le nostre rappresentanze. Per questi motivi abbiamo deciso di indire un’assemblea pubblica dove chiediamo la solidarietà e la partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali, delle forze politiche attive sul territorio, e di tutti i lavoratori e cittadini perché vogliamo dire basta alle aziende che sfruttano la crisi occupazionale della nostra città, offrendo lavoro a condizioni inaccettabili. Serve un dibattito vero su cos’è diventata l’offerta lavorativa in una città con una grande emergenza occupazionale, dove molti datori di lavoro, sfruttano la fame di salario offrendo condizioni inaccettabili.

La carenza di lavoro in questa città non può aprire le porte a uno sfruttamento senza regole e senza limiti.

Vi aspettiamo lunedì 7 agosto alle ore 19:00 davanti all’ingresso del Porca Vacca.

Ex lavoratori licenziati Porca Vacca