Calendario delle postazioni elettorali della Federazione della sinistra

Martedì 16 – ore 9-12 – Piazza Grande angolo “Bar Sole”

Mercoledì 17 – ore 9-12 – Via Grande (davanti alla libreria Beloforte)

Mercoledì 17 – ore 9-12 – Mercatino delle Sorgenti

Mercoledì 17 – ore 16-20 – Centro commerciale alla Leccia

Giovedì 18 – ore 9-12 – Piazza Grande angolo “Bar Sole”

Venerdì 19 – ore 9-12 – Mercatino del venerdì (La Rosa)

Venerdì 19 – ore 9-12 – Via Grande (davanti alla libreria Beloforte)

Sabato 20 – ore 9-12 – Piazza Cavallotti

Sabato 20 – ore 8-13 – Piazza Europa (Scopaia)

Sabato 20 – ore 9-12 – Mercatino delle Sorgenti

Sabato 20 – ore 15-19 – Piazza Cavour

Sabato 20 – ore 15-19 – Viale Italia

Domenica 21 – ore 9-12 – Viale Italia

Domenica 21 – ore 15-19 – Viale Italia

Mercoledì 24 – ore 10-13 – Centro commerciale alla Leccia 

Per contatti e informazioni: Lorenzo Cosimi 348.8505684 – 0586.807035

Federazione della Sinistra: “Su Telegate le Istituzioni locali convochino subito la proprietà”

Per quanto fosse prevedibile – viste le notizie apparse sui quotidiani locali nazionali – la preannunciata possibile rottura della trattativa tra Seat Pagine Gialle e Snai per la vendita del call-center Telegate di Guasticce ci preoccupa non poco.
Si apre a questo punto una fase di incertezza sul futuro del call center che deve essere chiarita il prima possibile per evitare il rischio che si facciano strada inaccettabili tentativi di ricatto nei confronti del territorio e delle maestranze. 
Non sappiamo, infatti, quali solo le ragioni delle difficoltà tra la proprietà e l’acquirente, quel che è certo è che l’accordo non può essere sottoscritto sulla pelle di chi lavora.
Per questo, occorre che Seat manifesti il proprio pieno impegno al mantenimento dell’attività produttiva, dei diritti dei lavoratori e dei posti di lavoro esistenti, partendo dalle richieste avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori Telegate e dalle loro organizzazioni sindacali.

Le istituzioni devono farsi garanti del rispetto di questi obiettivi condivisi.

Proprio a questo fine diventa indispensabile che le Istituzioni locali convochino urgentemente un nuovo tavolo con la proprietà per sgombrare ogni dubbio sulle reali intenzioni di Seat e per precisare che i suddetti elementi sono da considerare come non disponibili alla trattativa.

La realtà di Guasticce e l’esperienza acquisita dai lavoratori devono essere valorizzate e non mortificate.

Ricordiamo sommessamente che stiamo parlando di donne e uomini per lo più giovani che hanno diritto alla certezza della propria occupazione e a un lavoro in grado di consentire loro di costruirsi un futuro per sé e per l’intera collettività.

 

Livorno, 13 marzo 2010

Michele Mazzola e Alessandro Trotta

Federazione della Sinistra  –  Livorno 

In piazza a lottare in difesa dell’artico 18.

La prima volta di Piazza XX con le bandiere

DAVID EVANGELISTI

 LIVORNO. E piazza Venti divenne “piazza Cgil”. Ieri mattina infatti l’ex area che ospitava il mercatino americano è stata letteralmente invasa (si parla di più di diecimila presenze) dai sostenitori della Cgil che hanno aderito allo sciopero nazionale. Una delle più grandi manifestazioni mai viste nella nostra città, almeno per quanto riguarda gli ultimi anni. Per piazza Venti è stata una sorta di “prima volta”. I residenti delle abitazioni che si affacciano sulla piazza guardavano incuriositi dalle finestre delle loro case. Qualcuno di loro appariva quasi incredulo. Mai prima d’ora infatti si erano viste tante persone manifestare nell’ex area dello storico mercatino. Nel giro di pochi mesi l’identikit di piazza Venti è stato completamente stravolto. Dopo lo smantellamento del glorioso mercato “made in Usa” e l’abbattimento dei banchi infatti, la piazza si è vista “invadere” da decine di bandiere rosse Cgil e striscioni che chiedevano “il rispetto dei diritti dei lavoratori” e lo “stop alla precarietà”. Un film davvero insolito per una piazza abituata da anni a vivere a stretto contatto con gli storici banchi dei venditori. Fino a poche settimane fa infatti la piazza era il regno di jeans stravaganti, magliette alla moda, occhialoni da sole all’ultimo grido e uniformi militari. Ieri mattina invece c’era spazio solamente per centinaia di tute blu “modello cassa integrazione”. D’altronde ora vanno di moda quelle.

 

Diecimila sfilano nel corteo della Cgil
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Federazione della Sinistra: “Sosteniamo lo sciopero e la manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori di venerdì 12 marzo”

La giornata del 12 marzo deve rappresentare un momento di svolta: occorre spezzare l’apatia, la rassegnazione e la delusione delle lavoratrici e dei lavoratori proponendo un piattaforma unitaria, semplice, incisiva e avanzata che sia la base per un allargamento della partecipazione di tutti. Tutte le organizzazioni sindacali e politiche, democratiche e di sinistra, devono operare per conseguire questo risultato a partire dal livello locale. 

La nostra Provincia ha pagato e continua a pagare un grosso prezzo alla crisi in atto e deve lanciare una forte richiesta alle Istituzioni locali ma soprattutto al Governo perché smetta di essere assente e proponga politiche attive per il lavoro concordate con Regioni e Enti Locali. Questi ultimi da soli non possono contrastare le continue crisi che si aprono sui territori. Basta pensare alla vicenda ENI, alla vicenda Magna, e a tutte le altre vertenze che si sono susseguite nel 2009 fino all’annunciata vendita dello stabilimento Lucchini. Di fronte a queste crisi che rischiano di cancellare interi settori produttivi che rappresentano l’asse portante dell’economia, serve la capacità di unificare le lotte e le vertenze territoriali, in un quadro nazionale, superando la logica di competizione tra territori e privilegiando quella della collaborazione, nell’ottica della salvaguardia e del rilancio delle strutture produttive esistenti e della tenuta occupazionale. 

Per quanto Regione, Provincia e Comuni si attivino, giustamente, e in certi casi ottenendo risultati, questo impegno non basta se il Governo nazionale resta assente. Un Governo che non muove un dito rispetto ad un emergenza drammatica come quella economica e lavorativa nel nostro Paese, ma che convoca un Consiglio dei Ministri straordinario per risolvere i pasticci dei propri partiti di riferimento, che è pronto a salvare le banche e a preparare l’ennesimo boccone velenoso contro i diritti dei lavoratori (il ddl 1167-B). Questo ultimo Decreto, infatti, mette in atto lo svuotamento dell’art. 18 e l’affondo alla Contrattazione collettiva, per smantellare una volta per tutte quanto di buono costruito in più di mezzo secolo di lotte. Un Governo privo di una politica industriale nazionale. Abbiamo toccato con mano tale assenza in tutte le vertenze che hanno riguardato la provincia di Livorno dall’ultimo caso – quello della Severstal-Lucchini – alla vicenda ENI, a quella Delphi e dell’intero polo della componentistica, l’intervento del Governo è stato tardivo, debole e in alcuni casi del tutto assente. Un governo che non si fa scrupolo di colpire al cuore la scuola pubblica, l’Università e la cultura e che continua ad essere inerte sulle politiche abitative pubbliche, prono come è ai richiami della rendita fondiaria. 

Ci auguriamo che lo sciopero possa rappresentare uno scarto in avanti, la ripresa di partecipazione e di passione dei lavoratori. Sarà una prima, importante, prova di forza per far sentire al governo quanto è determinata e larga l’opposizione alle proprie politiche antipopolari e di classe. 

La Federazione della sinistra (PdCI-PRC) di Livorno, fa appello alle lavoratrici e ai lavoratori perché aderiscano e partecipino alle manifestazioni convocate nelle città di Livorno e Piombino. Tutti i nostri militanti sono impegnati a collaborare per rendere ampia e diffusa la mobilitazione. Venerdì saremo presenti alla Manifestazione di Livorno e Piombino con i nostri iscritti e i nostri candidati. A Livorno parteciperà sia il Capolista Alessandro Trotta sia la candidata Chiara De Cristofaro. Alla Manifestazione di Piombino parteciperà Michele Mazzola, Presidente della Commissione Speciale Anticrisi della Provincia, per dare un segno della grande attenzione posta nella vicenda della vendita Lucchini.

Buona lotta a tutte e a tutti!!! 

 
Livorno, 10 marzo 2010 

 
Michele Mazzola e Alessandro Trotta

Federazione della Sinistra – Livorno

Domenica 7 marzo 2010

   
   
La Federazione della Sinistra annuncia la scomparsa della DEMOCRAZIA uccisa dal Governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l’approvazione del Decreto Interpretativo per le elezioni regionali. I funerali si terranno il 28 e 29 marzo Il decreto interpretativo adottato dal Governo al fine di ‘sanare’, come riconoscono gli stessi ministri, inadempienze, errori e illeciti nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e Lazio a opera del centrodestra, è un abuso che fa scempio delle regole istituzionali e dei principi costituzionali. Si tratta di un atto arbitrario, indegno della civiltà giuridica democratica, che fa a pezzi quel quadro condiviso di regole e della separazione dei poteri preposti alla loro vigilanza che costituiscono il presupposto di qualsiasi competizione elettorale regolare.
Ed è davvero avvilente e grave che una personalità rigorosa e specchiata, come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si sia resa partecipe, apponendo la propria firma al decreto governativo, di questa scandalosa violazione dei principi costituzionali, del valore della separazione dei poteri e della convivenza democratica.Per questo la Federazione della sinistra ritiene che tutte le forze democratiche e le energie
intellettuali si debbano mobilitare da subito contro questo scempio nei confronti di quell’atto    supremo della sovranità popolare che è il voto. Diamo quindi appuntamento a domani: Domenica 7 marzo 2010 ore 10,00 per il presidio unitario alla Terrazza Mascagni. La mobilitazione popolare non può mancare.
Per la difesa della libertà, della libertà, della solidarietà, dei diritti democratici conquistati attraverso la Repubblica e che oggi hanno subito un colpo drammatico e allarmante che non può per nessun motivo passare sotto silenzio. Perché qui non è in gioco non si tratta la destra o la sinistra, la maggioranza o l’opposizione , ma il popolo italiano, della rispetto della sua sovranità e delle sue istituzioni democratiche.