Migrazioni: riannodare i fili della memoria

Le Nazioni Unite stimavano nel 2019 che 80 milioni di persone, nel mondo, sono state costrette a muoversi dalle proprie terre, e sono divenute rifugiate, richiedenti asilo o sfollate interne, secondo l’Unhcr.

Non tutta l’umanità emigra, ma le migrazioni sono un tema centrale presente nei sentimenti della società che, man mano che perde i propri valori etici e solidali insieme alle difficoltà del vivere quotidiano dovuto alla mancanza del lavoro, alla attuale pandemia e disagi generali, associa le proprie mancanze alla presenza di profughi immigrati mettendo in discussione il concetto di “popolo accogliente e solidale” che l’Italia ha avuto per molto tempo e lasciandosi andare a episodi razzisti e frasi razziste coadiuvati da politici che fanno parte del Parlamento. Nel 1963 Pasolini scrisse “Poesia in forma di prosa dove”, in cui i “regni della fame dissolvono le etnie, dunque le appartenenze fisse per fare spazio al divenire”. L’Italia che chiude, l’Italia che respinge, l’Italia della “pacchia”, dei “taxi del mare” , dei “decreti ignobili salviniani”, delle leggi antipersona, dovrebbe ritornare indietro nella memoria e riannodare le fila delle loro emigrazioni, delle violenze sopportate, dello sconforto nell’abbandonare la propria terra e i ricordi di una vita. Se l’Italia ed i paesi tutti dell’Europa riuscissero a ritrovare una memoria che indaghi a fondo sui sentimenti e su ciò che hanno passato i nostri bisnonni, nonni e padri e madri, chissà che il presente ci faccia ritornare ad essere “il popolo accogliente di un tempo”.

Mariella Valenti – Responsabile immigrazione Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Solidarietà al popolo Saharawi

Il Partito della Rifondazione Comunista esprime tutto il suo appoggio, amicizia e solidarietà al popolo Saharawi, insieme alla presidenza della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) che dal 1991 attende di poter esprimere il proprio diritto all’autodeterminazione.

Dopo l’operazione militare marocchina di venerdì scorso, in violazione degli accordi sul cessate il fuoco in vigore dal 1991, l’esercito di Liberazione popolare saharawi ha contrattaccato in numerosi punti della zona di confine, divisa dal muro di sabbia che separa i territori occupati illegalmente dal Marocco da quelli liberati della RASD. Nei campi profughi algerini molti ragazzi saharawi vogliono entrare nelle file dell’Esercito di Liberazione del popolo Saharawi (ELPS) per andare a difendere e liberare la propria terra. Si racconta che nelle terre occupate sia in atto una repressione feroce contro chi manifesta solidarietà all’esercito di liberazione popolare saharawi; scontri a fuoco tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario, dopo 29 anni di cessate il fuoco firmato da entrambe le parti nel Quadro del Piano di Pace ONU nel 1991 che istituì, inoltre, la MINURSO (Missione ONU per il Referendum nel Sahara Occidentale). Secondo l’accordo militare, il limite invalicabile per garantire la tregua attraversava il territorio conteso fino ad arrivare al corridoio della regione di El Guerguerat, al confine con la Mauritania. Dal 21 ottobre scorso la regione è incandescente: il Regno del Marocco ha violato l’accordo con l’apertura da parte di una breccia lungo tale limite per consentire il libero passaggio di persone, ma anche e soprattutto di camion per il trasporto di prodotti commerciali. Tale atto ha innescato l’immediata reazione della popolazione civile saharawi, accorsa per protestare pacificamente e chiudere la breccia, ostacolando il transito dei mezzi. Un corridoio sfruttato per esportare prodotti provenienti dal Sahara Occidentale occupato dal Regno del Marocco dal 1975, nonostante l’aperta deplorazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “L’Esercito popolare di liberazione saharawi ha iniziato a rispondere con la necessaria fermezza a questa violazione e all’ostile marcia marocchina che fin dalle sue radici costituisce una grave battuta d’arresto al cessate il fuoco”. Con queste parole il Fronte Polisario e il Governo Saharawi hanno comunicato qualche ora fa che ritengono il Regno del Marocco responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla stabilità dell’intera regione. Resta preoccupante l’assenza di iniziative decise da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana che però esprimono , per ora, “profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione nel Sahara occidentale e per le gravi minacce di rottura del cessate il fuoco, e suggeriscono di evitare qualsiasi escalation in un contesto caratterizzato da una situazione sanitaria e geopolitica estremamente delicata”. La risposta del leader della Rasd Brahimi Ghali è: “La comunità internazionale ha l’obbligo di porre fine alla violazione degli accordi di pace del Marocco e indicare una road map per arrivare in tempi certi ad un referendum”.

La Federazione livornese del partito della Rifondazione comunista – Sinistra Europea ribadisce il proprio appoggio e amicizia al Fronte Polisario ed è disponibile a qualsiasi azione di solidarietà con il popolo Saharawi.

Bandiera Sahara libre disponibili per l'acquisto - Comprarebandiere.it

Quanto vale la vita di un bambino?

Quanto vale la vita di un bambino affogato in mare, Joseph, e quanto valeva la vita di Ailan, il piccolo trovato morto sulla spiaggia in Turchia?

Il primo scappava da un paese africano, dalla fame e dalla miseria, il secondo – siriano – scappava dalle bombe. E quanto vale la vita di tanti altri bambini, delle giovani donne stuprate nei lager libici, e di giovani uomini torturati per avere più denari? ecco quanto vale la vita di questi esseri umani… Lo chiedo soprattutto alla Meloni, a Salvini ed a tutti coloro che continuano a ripetere “se ne tornino a casa loro”. Quale casa? “Aiutiamoli a casa loro”, i nostri aiuti e quelli della comunità europea: vendita di armi , elicotteri da combattimento, mine antiuomo, milioni di euro ai governi corrotti ed alle dittature perché blocchino i profughi delle guerre e delle povertà di cui l’occidente è uno dei principali responsabili. Il capitalismo ha ucciso i popoli, affamato le nazioni, iniziato le guerre, ed il coronavirus di oggi è un suo figlio.

Mariella Valenti – responsabile immigrazione Federazione livornese Partito della Rifondazione comunista – Sinistra Europea