Sulla situazione del Circolo ARCI Arena Astra

Apprendiamo con dispiacere delle crescenti difficoltà del circolo Arena Astra, e vogliamo prima di tutto esprimere la nostra solidarietà ai compagni ed alle compagne che, nonostante queste difficoltà, continuano a tenere aperta una delle storiche strutture ricreative della città. Conosciamo molto bene la valenza e l’appetibilità di quello spazio, tanto che già da alcuni anni ospita la nostra festa annuale. Non ci meravigliano le crescenti pressioni che il consiglio di amministrazione subisce. Quell’angolo di città, a ridosso di Porta a Mare e all’inizio del lungomare, rappresenta un’area estremamente pregiata e sicuramente capace di suscitare l’appetito di molti. Livorno non è nuova, purtroppo, alle speculazioni immobiliari ed è bene che si incomincino a mettere le mani avanti contro questa eventualità, evidentemente sempre meno remota.

Ci auguriamo che l’amministrazione comunale voglia incontrare e rassicurare i soci del circolo e che il suo intervento non costituisca un ostacolo, come finora denunciato dal consiglio direttivo, ma possa trasformarsi in un sostegno concreto alla continuità ed allo sviluppo dell’Arena Astra. Per farlo occorre naturalmente progettualità, cosa rara di questi tempi, senza necessariamente dover mettere le mani al portafogli. Confidiamo nei buoni progetti di rilancio del circolo ma, se si riconosce la valenza pubblica di quello spazio e di quella Storia, anche il Comune non dovrà esimersi dal sostenere la loro realizzazione. Da quanto apprendiamo, il suo limitarsi ad imporre orari e costi per l’utilizzo della tensostruttura non sembra sottintendere questa consapevolezza. Pur nel rispetto dell’autonomia della gestione del circolo, che è e deve rimanere nella disponibilità dei soci ex lavoratori del Cantiere, alcuni provvedimenti potrebbero essere presi immediatamente dall’amministrazione per un sostegno concreto alle attività del circolo. Ad esempio: Livorno al contrario di altri comuni, Collesalvetti e Rosignano in primis, non ha la disponibilità di un’area pubblica attrezzata per feste ed eventi. Una collaborazione tra Arena Astra e Comune potrebbe in questo senso incentivare l’attività di associazioni e collettivi che, allo stato attuale, non hanno possibilità di mettere in piedi kermesse, feste ed eventi che tanto potrebbero invece contribuire per tenere viva la partecipazione e l’interesse dei livornesi a tematiche di rilevanza sociale e politica.

La Segreteria della federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Rigassificatore di Rosignano: sugli ultimi sviluppi

Dopo l’assemblea pubblica del comitato per il No al rigassificatore del 22 Agosto, ci sentiamo di dire due parole in merito all’andamento della vicenda. Siamo soddisfatti, come una delle componenti politiche del comitato, che si sia intrapresa la via di un nuovo ricorso presso il TAR del Lazio. Dati i lunghi tempi di giudizio, saremo costretti ad aspettare ma siamo fiduciosi per una risposta che possa bloccare definitivamente qualsiasi tipo e tipologia di rigassificatore. Dobbiamo continuare ad informare, a rendere la cittadinanza attiva sul tema attraverso ulteriori momenti di aggregazione popolare come assemblee, riunioni di quartiere e collaborare con tutte le associazioni di categoria e di settore per essere ancora più forti.

Purtroppo abbiamo anche notato delle incongruenze. Incongruenze soprattutto dal punto di vista politico. Non riusciamo a comprendere la decisione di dire No al progetto da parte dell’attuale amministrazione. Certo, non vogliamo criticare il fatto che anche il PD abbia finalmente aperto gli occhi sul reale impatto negativo che potrebbe avere la realizzazione di questo progetto sul nostro territorio ma ci dobbiamo soffermare su una semplice questione. Siamo sicuri che in consiglio comunale l’attuale maggioranza sia contraria a qualsiasi progetto di rigassificazione? Noi non dimentichiamo che per il progetto precedente l’allora amministrazione e il PD diede più che un parere positivo e come elemento di fattibilità poneva come necessario lo spostamento del sito di stoccaggio dell’etilene di Vada. Peccato che proprio nel nuovo progetto si preveda questo spostamento, sia chiaro senza la liberazione dell’area di San Gaetano dalla quale comunque passerebbero le condutture del metanodotto. Allora ci chiediamo, perché questo improvviso ripensamento? La questione va definita ancora meglio in consiglio comunale, si dovrebbe dire una volta per tutte che la maggioranza è contraria ad ogni progetto, salvaguardando definitivamente la cittadinanza. Noi, in compenso, continuiamo a sostenere come da sempre il comitato e siamo, siamo stati e saremo contrari ad ogni progetto di rigassificazione sul nostro territorio.

IL COMITATO DIRETTIVO – Rifondazione Comunista Rosignano

Acquisizione UASC da parte di Hapag-LLoyd: lavoratori livornesi a rischio, vogliamo risposte chiare

portoIl riassetto del mondo dello shipping, che ha fatto seguito al fallimento della coreana Hanjin, non riguarda Livorno solo per le sorti della Darsena Europa, ma rischia di lasciare sul terreno altri posti di lavoro.

Nell’ultimo anno si sono succedute notizie di nuove alleanze e fusioni tra i principali vettori globali. Una di queste, ovvero l’acquisizione di UASC (United Arab Shipping Company) da parte della tedesca Hapag-Lloyd, riguarda Livorno molto da vicino. Entrambe le società hanno uffici nella nostra città che impiegano nel complesso 23 persone, rispettivamente 15 per Hapag-Lloyd e 8 per la UASC, la cui sorte sembra essere sempre più appesa ad un filo, specialmente per i lavoratori e le lavoratrici impegnati con la compagnia araba. Non ci sarà infatti alcuna fusione tra le agenzie italiane delle due flotte e, conseguentemente, nessun passaggio diretto dei lavoratori da una socierà all’altra: ipotesi che avrebbe tutelato il personale relativamente a garanzie e diritti acquisiti.

UASC, braccio italiano della compagnia araba che impiega complessivamente oltre 100 lavoratori, ha già annunciato la prossima chiusura della sede de La Spezia, mentre alcun annuncio è stato ancora fatto circa la sede livornese. La nostra preoccupazione è che solo una piccolissima parte dei lavoratori e delle lavoratrici impegnate attualmente in UASC possa passare a ad Hapag-Lloyd. Quest’ultima rileverà infatti il mandato agenziale in mano a UASC, e le modalità con le quali stanno pianificando il passaggio non lascia ben sperare. In primo luogo, i lavoratori UASC dovranno accedere ad un portale appositamente creato per presentare la propria domanda di assunzione ed il relativo colloquio successivo, facile immaginare che, anche in caso di responso positivo, fioccheranno proposte per trasferimenti improponibili. In secondo luogo, è la stessa Hapag-Lloyd ad aver annunciato un piano di riduzione del personale del 12% da attuare nel prossimo biennio: resta veramente difficile immaginare un buon esito della vertenza.

C’è già stato un incontro a Genova, tra sindacati, Federagenti ed i  rappresentanti di entrambi i vettori, con lo scopo di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti. Non condividiamo l’invito alla tranquillità di Federagenti, l’associazione di categoria datoriale, perchè troppe volte questi inviti sono serviti solo a mantenere la pace in azienda senza che alcun risultato soddisfaciente potesse essere raggiunto. Livorno, e la sua dichiarata area di crisi complessa, meritano immediatamente risposte chiare. Le rassicurazioni di facciata non fanno dormire sonni tranquilli ai lavoratori ed alle lavoratrici coinvolti, al contrario di chi ha in mano le chiavi delle loro sorti.

Francesco Renda
Segretario Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Giovedì 8 giugno rimetteremo la targa al Circolo di Colline!

Giovedi 8 giugno p.v. alle ore 18, presso il Circolo “Edda Fagni” del Partito della Rifondazione Comunista – SE, Via di Salviano 53, verrà celebrata la riapposizione della targa che, circa un mese orsono, ignoti hanno asportato dall’ingresso del Circolo stesso.
La targa non era solo la mera indicazione della sede del Circolo, ma rappresentava un omaggio a due grandi personaggi, purtroppo scomparsi, del Comunismo a Livorno: Edda Fagni, politica e insegnante di indiscusse virtù, e Mario Chiellini detto “Naretto”, compagno esemplare di ideali comunisti ed antifascisti perseguiti per tutta la vita a costo anche di grandi privazioni per sé stesso e per la propria famiglia.
 Un gesto vandalico condannato con innumerevoli messaggi di solidarietà da parte di associazioni, soggetti politici e cittadini.

Alla semplice cerimonia parteciperanno, oltre ai compagni di Partito, anchetarga_colline_divelta i familiari di Naretto Chiellini e l’Associazione ANPI, in cui il compagno Naretto si è riconosciuto per tutta la vita.
Invito a partecipare anche tutti coloro che hnno conosciuto e stimato questi due grandi Comunisti o che condividono con il nostro Partito gli ideali dell’antifascismo, in modo da cogliere l’occasione per un doveroso ricordo ed una riflessione su vecchie e nuove forme di fascismo.
Invito, e perchè no!, anche coloro che si sono resi responsabili della sottrazione della targa, per un confronto sereno e costruttivo sulle ragioni di tale gesto, ma poichè dubito che siano capaci di un tale atto di coraggio, colgo questa occasione per inviare loro  un messaggio: niente e nessuno può fermare chi lotta dalla parte giusta, per un mondo migliore per tutti!

Viviana Coppini – Segretaria del Circolo “E. Fagni” del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Camp Darby: Il 2 giugno è solo un inizio, adesso le istituzioni prendano posizione

La riuscita manifestazione contro il potenziamento di Camp Darby del 2 giugno ha rappresentato solo il primo appuntamento di una stagione di proteste che si protrarrà fino al raggiungimento dell’obbiettivo di impedire la realizzazione delle nuove infrastrutture.

Crediamo che questo successo possa e debba essere raggiunto, perché i grandi temi della guerra e della pace non lasciano indifferente la popolazione, che ormai ha capito dove risiedono le responsabilità dei morti e della disperazione che affliggono la sponda sud del Mediterraneo e che spingono centinaia di migliaia di esseri umani a scappare da guerra e fame. Occorre adesso che le istituzioni, a cominciare dai comuni di Pisa, Livorno e Collesalvetti e dalla Regione Toscana, rispondano a questa mobilitazione ed offrano una sponda istituzionale alla lotta. Davvero le istituzioni sono pronte ad avallare questo progetto? La smettano di nascondersi dietro la scusa delle esigenze di sicurezza nazionale e si assumano le loro responsabilità sull’accelerazione della militarizzazione del nostro territorio. Conosciamo bene l’interventismo servile del Partito Democratico, ma la posizione del Movimento 5 Stelle, che amministra il Comune di Livorno, non è pervenuta a nessun livello. Riteniamo che la farsa del superamento delle categorie di destra e sinistra si riveli su questo tema proprio come tale, una stupida e pericolosa menzogna. Destra e Sinistra restano due categorie estremamente valide, certamente sul grande tema della guerra e della pace. Sinistra è pace, senza scusanti, senza attenuanti e senza remore. L’assordante silenzio del Movimento 5 Stelle lo dimostra abbondantemente e lo relega a complice dei futuristi massacri. Il 15 giugno assisteremo alla discussione, nel consiglio comunale di Pisa, della mozione presentata da Una Città In Comune-PRC, nell’attesa che venga calendarizzata a Livorno quella analoga. Speriamo che in quell’occasione la bella addormentata Filippo Nogarin e la sua maggioranza escano allo scoperto. Dal canto nostro, ci prepariamo ad opporre i nostri corpi appena le ruspe entreranno in azione.

Francesco Renda
Segretario Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunita – Sinistra Europea

2 giugno 2017, manifestazione a Camp Darby
Foto di Giacomo Bazzi

Renzismo spirituale: il Segretario PRC risponde al vescovo di Livorno

Francesco_RendaHo letto con disgusto le dichiarazioni del Vescovo di Livorno, Sig. Giusti, sull’assenza di una cultura del lavoro a Livorno. Pur condividendo l’appello ad uno sforzo unitario affinché nella nostra città possano tornare a crescere i posti di lavoro, questa affermazione dà la misura di quanto i rapporti di forza tra lavoratori e datori di lavoro siano ormai sproporzionati a vantaggio di questi ultimi. E’ al corrente il Sig. Giusti che, in questo paese, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sono in via di smantellamento progressivo in un sostanziale clima di rassegnazione sociale? Come spiega che, nonostante il blocco della contrattazione collettiva, l’abolizione dell’articolo 18 e via discorrendo, non si sia verificata nessuna impennata della crescita economica? Col fatto che i lavoratori sono dei fannulloni?

Non me ne voglia il Vescovo, ma leggere che i livornesi non hanno la cultura del lavoro non è solo falso, ma strumentale alle politiche del Governo Renzi, di cui infatti utilizza proprio il linguaggio e l’atteggiamente sprezzante. Per quanti esempi lui possa portare ne esistono altrettanti dove i lavoratori e le lavoratrici livornesi continuano ad andare sul posto di lavoro senza percepire lo stipendio, o sottopagati, subendo soprusi quotidiani da parte del datore di lavoro, del quale sono completamente in balìa, e che, nonostante tutto, difendono la propria professionalità continuando ad edempiere al loro dovere. Perché allora rammentare presunti fannulloni? Semplicemente per lo stesso motivo per cui, ad ogni fatto di cronaca, occorre specificare la nazionalità del reo, in modo così da scaturire una reazione generalizzata di colpevolezza attorno a tutti gli altri. La colpa del lavoratore indisciplinato o fannullone ricada su tutti gli altri, sarà più facile attaccare le ultime vestigia della nostra lotta il prossimo anno!

La colpa non è dei lavoratori Sig. Giusti, la colpa è stato il permettere l’adozione a-critica del modello neoliberista dopo la caduta del Muro di Berlino, senza mantenere in vita quanto di buono la tradizione della lotta operaia aveva da offrire. L’Italia ha scalato la classifica della disuguaglianza, foraggiato un sistema finanziario crudele, abbandonato qualsiasi politica industriale ed illuso i suoi cittadini con parole da imprenditore macchietta, insegnandoci che dovevamo essere “giovani, dinamici e flessibili” o “reperibili H24” mentre stavamo tornando ad essere sfruttati come nell’800. Chieda pure a qualsiasi lavoratore o lavoratrice se oggi è possibile far valere in azienda i propri diritti rimasti, le verrà risposto con secco NO! Voglio portare alla sua attenzione una vicenda personale, cosa farebbe se non percepisse lo stipendio da mesi e scoprisse che il suo datore di lavore è in villeggiatura all’estero senza aver minimamente giustificato il proprio inadempimento con lei? Sig. Giusti, se lavorasse, si scoprirebbe in malattia pure Lei!

La soluzione alla stagnazione economica italiana non è inculcare ai livornesi la cultura del lavoro, cultura che anzi potrebbero insegnarle, ma quella di smetterla di sbilanciare dal lato imprenditoriale le politiche governative, dirottandole su quello dei lavoratori e delle lavoratrici, con una sana opera di redistribuzione del reddito capace di rilanciare i consumi senza tagliare i servizi. Papa Francesco sarebbe d’accordo, e lei?

Francesco Renda
Segretario Federazione Livornese del Partito della Rifondazione Comunista