Intervento dei compagni della Gioventù comunista della Svizzera riguardo al recente esito referendario per il divieto della costruzione dei minaretti

Ci appare necessario rendere presente all’opinione pubblica il nostro sdegno di cittadini democratici e rispettosi – in nome della multiculturalità e del pluralismo – di tutte le minoranze, per i risultati della scorsa votazione del 29 novembre riguardante il divieto d’edificazione dei minareti.
Il popolo svizzero ha infatti espresso chiaramente e senza alcuna riserva un consenso verso un’iniziativa fortemente lesiva nei confronti di uno statuto democratico del quale il nostro paese si è sempre vantato in tutto il mondo. Un divieto, questo, che non ha alcuna pertinenza con i reali problemi che pervadono la nostra quotidianità. Esso è invece un mero pretesto, v’è da dire ben architettato, per creare un ulteriore clima d’instabilità a livello di convivenza tra le diverse culture ed etnie all’interno del nostro paese. Si è voluto perciò creare un precisa norma ad hoc che vietasse la costruzione di un determinato simbolo, il quale secondo i favorevoli all’iniziativa, per sineddoche, rappresentava un’intera religione. Il tutto all’interno di una cornice economica e sociale sostanzialmente caratterizzata dall’attuale crisi, la quale non ha risparmiato nemmeno le lande elvetiche. Ne sortisce una Svizzera fortemente ridimensionata nei suoi valori fondamentali poiché questa norma va in palese contrasto con il rispetto e la tutela dei diritti umani e principalmente con i principi vigenti in uno stato di diritto. Un popolo che ha chiaramente dimostrato quanto, soprattutto ultimamente, sia incline a non sopportare alcuna forma di minoranza e di diversità ed imputi a queste tutte le colpe per la situazione negativa in cui si è venuto a trovare l’odierno contesto nazionale e internazionale.
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5 dicembre: si parte!

di Claudio Grassi
da www.claudiograssi.com

Il 5 dicembre è stata proprio una bella giornata! Al mattino, in un teatro Brancaccio strapieno, è nata la Federazione della Sinistra. Al pomeriggio un mare di persone, soprattutto giovani, ha invaso le strade di Roma per dire che non ne può più del governo Berlusconi.
La mia opinione è che le due cose assieme possono essere la chiave di volta su cui lavorare per ridare una speranza al popolo della sinistra.
Andiamo con ordine! La sinistra di alternativa, che fino a due anni fa poteva contare su un consenso elettorale del 12 per cento, è stata spazzata via per due motivi. Perché partecipando al governo Prodi ha deluso le aspettative dei suoi elettori e perché la sua classe dirigente non è risultata credibile, poiché in questi anni ha prodotto solo abbandoni, scissioni e frammentazioni.
Che cosa è la Federazione della Sinistra se non il tentativo di capovolgere questa situazione?
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