- Tiziana Bartimmo
Il tempo ci ha fatto prendere un po’ di distanza emotiva dai fatti accaduti quindi si può essere un po’ più lucidi nell’analisi, senza limitare o ridurre la questione semplicemente sul da che parte si sta.
Premetto che da sempre sono pacifista “senza se e senza ma”.
Bisogna fare un esame articolato di quanto è successo perché non è stato un solo episodio, ma più episodi evidentemente legati.
Primo distinguo: bisogna distinguere fra chi , operando la violenza è andato all’assalto della prefettura, e sottolineo chi, perché era un esiguo gruppo, altro è stato il corteo che pacificamente si è mosso per le vie della città ( e tra l’altro non c’erano in quel frangente i termini per reagire così), e chi manifestava in maniera pacifica su questioni importanti di questa città di cui non si vede la soluzione, come la questione dell’emergenza casa oggi, ma domani ce ne potrebbero essere altre.
Tra l’altro quando chi manifesta come in questo caso, ha dimostrato di essersi guadagnato la credibilità perché si è fatto carico con attività di volontariato politico e sociale, dell’emergenza, praticando proprio principi di solidarietà.
Quindi condanna di chi, la domenica ha attaccato la prefettura, ma anche di quanto è accaduto sabato, dove lì sì una manifestazione pacifica, tra l’altro di poche persone, ha visto una gestione dell’ordine pubblico incomprensibile e inaccettabile, una carica della polizia pesante e del tutto ingiustificata, contro qualcuno che semplicemente discuteva sotto la statua di Cavour, tra l’altro con i passanti ignari, e ci devono far riflettere anche le critiche fatte da alcuni agenti di polizia, alla gestione dell’ordine pubblico in città, che di fatto ha creato tensioni. La gestione dell’ordine pubblico non può essere fatta solo di prove di forza e di manganelli (troppo facile), e domenica invece i poliziotti hanno dimostrato di saper gestire bene una situazione delicata evitando di creare altri danni. Leggi tutto “Sui disordini del 2 dicembre”