Segretario del Partito o Partito del Segretario?

di Enzo Jorfida

E’ questo l’interrogativo che sorge quando si assiste alla personalizzazione della politica. E mentre nel primo caso la Politica si scrive con la “P”,nel secondo caso la scrivo con la“p”. L’americanizzazione del modo di fare politica sta anche in queste modalità. Tutto dipende dal “capo”,anche il Partito, che così non cresce, diventa solo un”ripetitore” del verbo del “capo”.
Si vuol far passare l’idea, già presente nel corpo elettorale sia di destra che di centro, che quando il “popolo” vota. si tratti di un Comune, di una Regione o Provincia, dello Stato o di un Partito, non ha importanza il “collettivo” (consiglio comunale, provinciale o regionale, del Parlamento o di un organismo di Partito) ma bensì l’individuo che sarà posto al vertice di quell’organismo collettivo, che nei fatti viene depauperato dei suoi compiti, prerogative, piccole o grandi che siano.
Il “comune” scompare e prevale, solo e in solitudine,“l’io”.
No, non è questo quello che abbiamo deciso al momento di costituire il PRC, prima Movimento per la Rifondazione Comunista e poi Partito della Rifondazione Comunista.

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Almirante con tutti gli onori

di Andrea Fabozzi

su Il Manifesto del 29/05/2008

Omaggio della camera dei deputati al fondatore del Msi. Fini: difesa della razza vergognosa, ma fu un pacificatore. L’ossequio di Violante.

Un padre della patria forse è ancora troppo, ma un uomo politico che ha «reso più salda la democrazia italiana», «intuito il valore della pacificazione nazionale» e «difeso le istituzioni» quello sì, quello fu Giorgio Almirante. Almeno nella lettura di Gianfranco Fini che di Almirante fu il delfino e che si è trovato ieri nel ruolo d’onore, presidente della camera dei deputati, per poterlo celebrare a vent’anni dalla morte. La Fondazione della camera, guidata da Fausto Bertinotti in quanto ex presidente di Montecitorio, ha presentato la raccolta degli interventi parlamentari di Almirante, onore fin qui toccato a politici come Sandro Pertini, Concetto Marchesi e Bettino Craxi. Difensore delle istituzioni ma anche, ha riconosciuto sempre Fini in aula alla camera, autore di pensieri «certamente vergognosi».

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Se i Fini sono doppi

di Tommaso Di Francesco

su Il Manifesto del 30/05/2008

È un revisionismo storico attivo, spesso anche violento e che si avvale ora del sostegno del governo di destra. IMpegnato in uno scontro dalla doppia finalità: sulla memoria e sul presente. Un momento delicato e doloroso, non esente da note tragicomiche. Come giudicare diversamente infatti il ruolo del presidente del parlamento Gianfranco Fini che, nello stesso giorno, dichiara vergognose le affermazioni sulla razza del suo mentore nel Msi, Giorgio Almirante.
Affermazioni che più semplicemente definiremmo come fasciste.

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Scarichi Solvay, esposto alla Procura

ROSIGNANO – Medicina Democratica ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica relativo agli scarichi Solvay.
“Le questioni che si pongono con il presente esposto sono le seguenti – scrive Maurizio Marchi – la società Solvay di Rosignano, non rispettando gli impegni formalmente sottoscritti con l’accordo di programma del luglio 2003, ha arrecato danno alla salute pubblica e all’ecosistema marino, continuando nello scarico di solidi sospesi e di mercurio, oltre i limiti dell’accordo per i solidi, ha ricevuto illecitamente finanziamenti pubblici legati al programma di riduzione degli scarichi, non rispettato, di cui all’accordo citato, ha costruito un nuovo impianto (elettrolisi a membrana) senza un’adeguata preventiva bonifica del sito inquinato, come previsto dalla legge, dato che il rispetto dell’accordo citato era la condizione indispensabile per ottenere l’autorizzazione in deroga agli scarichi a mare, effettivamente concessa dalla Provincia di Livorno nel gennaio 2000 e reiterata nel 2004.
Il non rispetto dell’accordo rende automaticamente illegale lo scarico di solidi sospesi in mare oltre i limiti di legge, dal 2000 alla data odierna.
Dalla relazione relativa al 2° semestre 2007 risulta che a fine 2007, gli scarichi Solvay in mare ammontavano ancora a 148.359 tonnellate annue”.

Canzone Del Maggio

di Fabrizio De Andrè

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.

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E’ la crisi di un capitalismo fragile. Rilanciare l’intervento pubblico

di Roberto Farneti

su Liberazione del 29/05/2008

Emiliano Brancaccio, docente di macroeconomia

«Bisogna interrompere questo circolo vizioso che pretende di risolvere le contraddizioni di un capitalismo fragile e frammentato, come è quello italiano buttando giù i salari. Il capitale non si riorganizza se ha sempre a disposizione un varco per potere scaricare sui lavoratori i propri problemi».
Emiliano Brancaccio, professore di macroeconomia all’Università del Sannio, ha le idee chiare su quali siano le cause profonde della crisi che attanaglia l’economia del nostro paese, impietosamente fotografata nel rapporto Istat relativo al 2007. Alcune cifre: tra il 2000 e il 2006 il reddito per abitante in Italia è crollato del 13% rispetto alla media europea. Il 50% delle famiglie è costretto a vivere con meno di 1900 euro al mese, il 14,6% arriva «con molta difficoltà alla fine del mese», informa l’Istat, mentre il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro.

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