COMUNE DI LIVORNO Presidio Antisbarramento elettorale

ALLE 12.00 DAVANTI AL COMUNE DI LIVORNO – PRESIDIO ANTISBARRAMENTO
 
COMUNICATO STAMPA

 
Non abbiamo paura dello sbarramento ma non accettiamo che la democrazia e le scelte sul futuro del Paese possano essere merce di scambio. Domani ci diamo appuntamento alle ore 12:00 davanti al Comune di Livorno per un primo presidio di protesta. Chiediamo a tutti di aderire e di partecipare alla nostra battaglia di giustizia e di moralità.
Prendiamo atto che Pd e Pdl hanno deciso di modificare la nuova legge elettorale europea. Nessuna riforma, semplicemente una soglia di sbarramento al 4%. Questa è una decisione indegna e inaccettabile. Complimenti al PD che per vedere approvato il proprio marchingegno elettorale ha mercanteggiato con Berlusconi. Lo sbarramento in cambio di federalismo, giustizia, intercettazioni e vigilanza Rai. Ci chiediamo se la paura del PD di perdere consensi alle elezioni e la volontà di annientare la sinistra con strumenti elettoralistici, non essendo in grado di farlo per via politica, possono giustificare un ulteriore attacco alla democrazia del nostro Paese. Pensiamo di NO! E rifiutiamo tutto questo. Anche da Livorno faremo sentire il nostro dissenso e metteremo in moto atti di protesta a partire dal presidio e dal consiglio provinciale di domani.
 
f.to le federazioni di PdCI – PRC – SD – PS – Verdi

 

Razzisteria: destra fascista in Italia e nella “rossa” Toscana

 

Giornata della memoria, minacce fasciste dopo la video-inchiesta sull’estrema destra toscana. Sporta una denuncia contro ignoti.

Firenze, 26 gennaio – L’ingresso della Cabina Teatrale di Saverio Tommasi sigillato durante la notte con il silicone. Minacce su YouTube: “Te lo dò io un bel video, ma sulle funzioni che ha il CTO” (il Centro Traumatologico Ortopedico di Firenze, ndr) o “Perchè non vieni con la tua telecamerina di merda da me”, frasi oltraggiose e pesanti riferimenti sessuali, difesa della Repubblica Sociale Italiana, Mussolini come unico eroe italiano e apologia del fascismo. Sono queste alcune delle reazioni dopo la diffusione, venerdì scorso, della video inchiesta “Razzisteria: destra estrema nella rossa Toscana” a cura di Ornella De Zordo e Saverio Tommasi e visibile all’indirizzo web Il video è stato girato nelle scorse settimane e mostra una Toscana inedita, con slogan fascisti, libri, svastiche e cimeli, come il cappellino “Boia chi molla” o spille che richiamano la doppia esse nazista. Un video girato e promosso con l’intento di far conoscere una realtà troppo spesso sottovalutata e tollerata, con un appello alle forze democratiche perché vengano fatte rispettare la Costituzione e le leggi italiane che vietano la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, l’apologia del fascismo e le manifestazioni fasciste.

Il video è stato pensato dagli autori come un piccolo contributo per la Giornata della memoria affinché il pensiero di tutti non si rivolga solo a quanto il nazifascismo ha prodotto nei decenni in cui è stato al potere, ma venga tenuta viva la consapevolezza del perdurare di quell’ideologia, soprattutto nelle fasce giovanili, anche in Toscana.

Gli autori dell’inchiesta hanno sporto una denuncia contro ignoti alle autorità competenti.

Ieri come oggi – Contro la guerra militare, economica e sociale

Il 21 gennaio per noi comunisti rappresenta una data speciale, senza alcun dubbio storica.
Correva l’anno 1921, il 21 gennaio di ottantotto anni fa appunto, e al teatro Goldoni di Livorno, sede del XVII congresso del partito socialista italiano, si consumò la scissione che dette vita al Partito comunista d’Italia.
La frazione comunista, che aveva in precedenza già aderito alla Terza internazionale comunista del 1919, guidata da Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti e Umberto Terracini, uscì dal Goldoni si diresse al teatro San Marco, dove fondò il “Partito Comunista d’Italia, Sezione dell’Internazionale Comunista”.
Di tempo da quel giorno ne è passato molto, forse troppo, però gli ideali e gli obbiettivi dei comunisti non sono certo cambiati.
Come ogni anno, a Livorno, organizziamo un corteo e delle iniziative per ricordare questa data. Le parole d’ordine di quest’anno sono: “Ieri come oggi – Contro la guerra militare, economica e sociale”. Accanto al ricordo intendiamo instaurare una discussione sulle attuali condizioni, intendiamo affermare e sostenere che come allora anche oggi, quotidianamente, il proletariato deve subire la violenza del capitale e dei padroni. Violenza come le guerre, violenza nei luoghi di lavoro, violenza psicologica legata alla sicurezza del proprio posto di lavoro.
Anche oggi, come nel 1921, noi vediamo la necessita dell’esistenza di un partito comunista forte, che dia delle risposte chiare, semplici ma efficaci; delle risposte alla crisi economica, ma anche l’agognata risposta socialista nell’ottica del superamento del capitalismo.
Il nostro ruolo non si è ancora esaurito, a differenza di quello che pensano quanti propongono lo scioglimento del partito, e l’eccezionale partecipazione popolare al corteo ne è stata la risposta. Duemila persone, compagni, compagne con l’importante e cospicua partecipazione della comunità arabo-palestinese, hanno sfilato per le vie di Livorno ricordando la nascita del PCd’I e protestando contro la gestione governativa dell’attuale fase del capitalismo, fase il cui suo nucleo risiede nell’accentuarsi della crisi, contro la guerra che sta dilaniando la striscia di Gaza. I comunisti e le comuniste hanno sfilato cantando bandiera rossa, l’internazionale, per chiedere ad Israele di cessare immediatamente le criminali operazioni militari, per dire al governo che i provvedimenti presi per contrastare la crisi economica non sono adeguati, tanto meno nei confronti delle masse popolari dove questi risultano assenti o rischiano di essere addirittura caritatevoli.

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Comunicato dei Giovani comunisti del circolo di Rosignano in merito alla questione palestinese

Apprendiamo dalle pagine dei più importanti quotidiani la presenza dell’ex segretario DS, ora uno dei massimi dirigenti del Partito democratico, Piero Fassino all’assemblea della comunità ebraica di Roma.
Non che questo certo ci meravigli molto, d’altra parte la deriva sempre più moderata del PD è sotto gli occhi di tutti. Questa occasione ne è solo l’ultima dimostrazione per chi era ancora scettico.
Fassino, intervenendo di fronte alla platea, ha così tuonato: “La responsabilità di questa tragedia è prima di tutto di Hamas, che nega il diritto di Israele a esistere”.
Qui non si tratta di schierarsi pro o contro Hamas, ma a fianco del popolo palestinese, particolare che non è affatto emerso da questa assemblea. In ogni passaggio la responsabilità viene accollata alla resistenza palestinese, declinata come forza terroristica. Vogliamo soltanto ricordare, per tornare ai fatti di casa nostra, che anche la resistenza italiana durante gli anni del fascismo veniva definita dal potere terrorismo!
Sorprende che alti dirigenti del PD, invece che sostenere la battaglia emancipatrice del popolo palestinese sostengano l’intervento criminale e militare dello Stato di Israele nella striscia di Gaza.
Per quanto riguarda il Governo italiano ha, nei fatti, contrastato la ricerca di una tregua umanitaria e di un cessate il fuoco che riuscisse a salvare vite umane dalla trappola di Gaza. E’ quindi oggettivamente complice dei crimini di guerra di cui è responsabile il Governo israeliano, anche Berlusconi e soci hanno le mani sporche di sangue.
Il popolo palestinese viene sistematicamente massacrato, dopo essere stato depredato della propria terra, dall’esercito e dal governo di Israele.
Non crediamo che la guerra e la violenza possano aprire il campo ad una soluzione definitiva per questi popoli, anzi alimenteranno ancora di più gli integralismi. E non c’è dubbio però che noi sosteniamo anche in questi momenti difficili il popolo palestinese; quando un popolo inerme viene attaccato, quando si cerca di distruggerlo è inevitabile che questo si organizzi e resista, rispondendo a questa violenza scellerata.
Probabilmente appariremo a molti come estremisti, addirittura da qualcuno saremo definiti terroristi, a noi non interessa, intendiamo comunque sostenere questo popolo.
Se possiamo, ci permettiamo di suggerire, soprattutto ai ben pensanti, di andare a cercare qualche foto, qualche video di quello che sta accadendo a Gaza, e pensare a quello che farebbero se i propri figli, le proprie mogli, i propri mariti, i propri cari ed i propri amici fossero in continuo pericolo, massacrati dal fuoco del governo israeliano.
Questa guerra rappresenta anche la sconfitta del popolo israeliano, non solo di quello palestinese, auspichiamo che questo popolo si ribelli alle decisioni di un governo che certo, alla luce di questi crimini, non li può rappresentare.

Giovani comunisti/e di Rosignano