Documento approvato dal CPN di Rifondazione Comunista – 18 Novembre

 

  • da PRC Nazionale

 

Costruire un movimento di massa contro le politiche di austerità, la lista unitaria di sinistra e uscire dalla Seconda repubblica. Un anno fa Monti veniva chiamato dal presidente Napolitano a formare il governo, sollevando grandi aspettative di cambiamento anche in ampi strati popolari. In controtendenza, abbiamo da subito espresso la nostra opposizione a questo governo, espressione dei poteri forti. Ad un anno di distanza vediamo confermato il nostro giudizio negativo su questo governo: le politiche di austerità del governo Monti hanno aggredito pesantemente il welfare e i diritti sociali, aggravato la crisi economica, l’ingiustizia sociale e la crisi sociale del paese. Questo è un governo non solo antipopolare e antioperaio ma sta impoverendo l’Italia trasformandola in un protettorato dei potentati europei. La portata strategica dei provvedimenti presi dal governo ne confermano il carattere costituente: dalla manomissione dell’articolo 18 alla “riforma” delle pensioni al pareggio di bilancio in Costituzione fino all’approvazione del Fiscal Compact e al taglio strutturale della spesa sociale contenuta nella spending review. Questi provvedimenti vanno oltre la situazione contingente e predeterminano – se non aboliti – il quadro in cui dovranno agire i governi dei prossimi anni. Queste misure si sommano a quanto già fatto da Berlusconi – pensiamo solo all’articolo 8 – e determinano un quadro strutturale di recessione economica, precarietà e disoccupazione, privatizzazioni, uniti ad un attacco frontale al welfare, al diritto allo studio e ai diritti dei lavoratori e del sindacalismo di classe. Il governo Monti ha quindi tracciato una strada di destra destinata a perdurare negli anni. Il tratto costituente del governo non è quindi affidato alla permanenza di Monti alla Presidenza del governo anche dopo le elezioni – ipotesi che i potentati finanziari, economici e dell’informazione, propongono esplicitamente – ma ai provvedimenti già assunti e votati da PD, PDL e UDC. Leggi tutto “Documento approvato dal CPN di Rifondazione Comunista – 18 Novembre”

CPF 16 novembre: documento politico approvato

 

  • Comitato Politico Federale 16 novembre *

 

 

Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza ripropone un tema come quello della Pace che riteniamo sia doveroso rilanciare. Rifiutiamo il ricorso alle armi, ed ovviamente condanniamo il vergognoso quanto deprecabile comportamento di uno stato come quello di Israele, che da tempo ormai remoto impone la sua sproporzionata forza militare, dotata oltretutto di armamenti tra i più sofisticati del mondo, nei confronti di un popolo come quello palestinese che ha il sacrosanto diritto di vivere nella terra natia. Siamo più che mai convinti che sia giunto il momento di andare oltre ogni tipo di strumentalizzazione da molti portata avanti, affermando il principio del Diritto internazionale e riconoscendo la stessa Palestina come membro a tutti gli effetti dell’Assemblea dell’Onu. Non possiamo comprendere né tanto meno giustificare, atti di violenza che toglie la vita di bambini, donne e anziani inermi. La sinistra comunista che Noi rappresentiamo ha il dovere di unirsi, al più presto, ai movimenti per la pace ed a tutte quelle forze politiche e sociali che credono in una vera pace “senza se e senza ma”, tale da poter garantire un vita dignitosa e doverosamente riconosciuta allo stesso popolo palestinese.
La crisi economica attuale è di proporzioni tali che il mondo non ne aveva conosciute prima. Dalla bolla finanziaria del 2007 si è ben presto passati al contagio dei fattori produttivi, le contraddizioni oggi emerse in seno al sistema capitalistico di produzione ne minano le fondamenta e ne mettono in discussione l’esistenza stessa. Leggi tutto “CPF 16 novembre: documento politico approvato”

Smaltimento rifiuti: posizione del PRC Livorno

 

  • dalla Segreteria *

 

 

L’intervento del segretario De Filicaia e le repliche contrite del Sindaco e dell’assessore, rendono l’immagine del PD e dei suoi maggiori rappresentanti istituzionali (Comune, Provincia, Regione), divisi su tutto ed alla disperazione.
Non sottovalutiamo il fatto di aver, per la prima volta, ammesso che l’inceneritore per Livorno sarebbe l’ennesima calamità ambientale, in una situazione già critica, ma non basta.
Per uscire dai tatticismi di maniera, ora devono seguire i fatti: vanno ripensate le politiche industriali ed ambientali per questo territorio. Territorio che è particolarmente penalizzato per una   deindustrializzazione pesante ed una   crisi economica sta producendo effetti sociali preoccupanti con un ulteriore diminuzione dei consumi e un aumento della povertà in previsione a causa del peggioramento occupazionale.
Occorre cancellare dalle previsioni ogni nuovo impianto inquinante, per fare di Livorno la capofila di un modo diverso di gestire la questione dei rifiuti e delle energie rinnovabili, con positive ricadute occupazionali, industriali e sulla salute dei livornesi; poiché è tangibile la positività del modello “rifiuti zero” all’interno del nostro ATO-costa dove l’esperienza di Capannori, comune capofila per il progetto “rifiuti zero”, è un punto di eccellenza e di avanguardia internazionale.
Andiamo quindi oltre le vecchie ideologie “inceneritoriste”:le nuove direttive europee ci impongono altre priorità.
Tutto ciò che è riciclabile e recuperabile non può essere incenerito: questo dice l’U.E. Leggi tutto “Smaltimento rifiuti: posizione del PRC Livorno”

Prc Livorno su Agelp

 

  • dal Circolo “Portualità” PRC Livorno

 

La crisi che sta colpendo il nostro scalo presenta delle peculiarità negative rispetto al panorama nazionale. Ciò è dovuto in gran parte all’assenza di progettualità e programmazione che ha caratterizzato l’ultimo decennio di governo del porto, accumulando gravi ritardi sul piano delle infrastrutture di base.
Negli ultimi anni vi è stata anche una forte frammentazione funzionale ed una deregolamentazione che ha di gran lunga superato quelle realtà che vengono considerate “critiche” dalle Organizzazioni Sindacali nazionali (Venezia, Trieste). Ciò è avvenuto in una generale sottovalutazione politica di questi fenomeni (vedi Fondo Clessidra/Sintermar), che oltre ad un forte squilibrio sociale hanno impoverito il porto di Livorno, spostando quote di reddito al di fuori dello scalo e della città, abbattendo i livelli qualitativi dei servizi. In questo contesto stiamo vivendo l’emergenza di Agelp, la cui prospettiva e quella dei suoi lavoratori sembra segnata. Si parla di una sua liquidazione, ma non sono chiari il percorsi e gli obiettivi, non solo di questa società in quanto tale, ma della funzione del soggetto previsto dal’art. 17, che per legge deve essere costituito in ogni porto per gestire il “lavoro portuale temporaneo”. Per questi motivi la crisi di Agelp va affrontata in modo prioritario, ricercando soluzioni che evitino la sua scomparsa. L’art.17 è la cartina di tornasole non solo delle condizioni del mercato del lavoro all’interno di un porto, ma anche del livello qualitativo del tessuto imprenditoriale portuale. Agelp è nato attuando il comma 5 dell’art.17, cioè non è nato dalla trasformazione della Compagnia Portuale ma è un soggetto nuovo, costituito dall’Autorità Portuale, che per questo motivo deve essere il garante e soggetto attivo in questa vicenda. L’accordo sul “patto per il lavoro” in porto, firmato fra Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze Datoriali può essere uno degli strumenti con il quale poter attuare una serie di interventi. Il primo problema rimane quello di dare un nuovo assetto alla società che veda la presenza di tutti gli operatori portuali nella compagine sociale. Questa è una precondizione per cercare e trovare soluzioni operative ed organizzative ai problemi dell’azienda. A questo proposito auspichiamo che l’Autorità Portuale non faccia passare altro tempo e convochi in tempi rapidi un tavolo con tutte le imprese portuali (art. 16 e 18), sollecitandole ad un atto di coesione con la loro entrata nella proprietà dell’azienda.

Comunicato stampa sulla giornata del 14 novembre

 

  • Eros Conforti *

 

La giornata del 14 novembre ha segnato due eventi significativi, da una parte la proposta di unità della lotta dei lavoratori e degli studenti in tutta Europa, e dall’altra la natura reazionaria e cruenta dei governi. E’ sempre più evidente il fatto che gli italiani abbiano bisogno di una Europa dei popoli e non dei banchieri.  L’azione repressiva con la quale si è cercato di impedire ai manifestanti di gridare il loro rifiuto a queste politiche liberiste, rappresenta la chiara evidenza di come la crisi non sia più gestibile. Teniamo a sottolineare la nostra ferma condanna per gli atti di violenza portati avanti dalle Forze dell’ordine, e sosteniamo che sia necessario, così come avviene in altri Paesi europei, ricorrere ad accorgimenti che permettano l’identificazione dei singoli appartenenti di queste stesse Forze.  Intendiamo stigmatizzare la violenza da qualunque parte essa provenga ma dobbiamo essere coscienti della fermezza che occorre avere nel corso di queste situazioni.   Registriamo la positività della convergenza di fatto portata avanti da studenti e lavoratori uniti assieme in molte città, e lavoreremo per dargli continuità.  Dalla protesta di piazza si evidenzia la necessità di rimettere al centro della discussione il lavoro e la formazione, scolastica e professionale. Livelli di disoccupazione così alti non possono essere risolti con politiche che mirano a tagliare le risorse per lo stato sociale, la sanità, la scuola e la ricerca. Riteniamo inoltre imprescindibile avviare un processo di redistribuzione dei redditi accompagnato ad una programmazione economica chiara in cui lo Stato ritorni protagonista.

* Coordinatore Giovani Comunisti Federazione di Livorno