Vivevano meglio nella DDR

A giugno 2009 uscì questo sondaggio:
Berlino, 26 giugno 2009 – A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino la maggioranza dei tedeschi dell’est continua ad essere in preda alla ‘Ostalgià e rimpiange le condizioni di vita nella DDR. La clamorosa rivelazione emerge da un sondaggio Emnid commissionato dal governo tedesco, di cui il quotidiano ‘Berliner Zeitung’ rivela oggi i risultati.
Il 49 per cento degli intervistati è convinto che «la Ddr aveva più lati positivi che negativi. C’era qualche problema, ma si viveva bene». Un altro 8 per cento va ancora oltre ed afferma che «la Ddr aveva soprattutto aspetti positivi. Si viveva più felici e meglio di quanto si fa oggi nella Germania riunificata».

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Calendario delle prossime riunioni

Calendario delle prossime riunioni

• Direzione provinciale
Segreterie dei Circoli

MERCOLEDI’ 1 APRILE  ORE 17,30

c/o locali della Federazione

O.d.G.  “Elezioni Amministrative – candidature”

• Attivo Cittadino

GIOVEDI’  2  APRILE ORE  17,00

c/o Sala Circoscrizione 2
S.li Finocchietti

O.d.G.  “Elezioni Amministrative – candidature”

• COMITATO POLITICO FEDERALE
• Comm. Prov.le Garanzia

LUNEDI’  6  APRILE  ORE 17,00

c/o Locali della Federazione

O.d.G.  “Elezioni Amministrative – candidature”

Il Segretario provinciale
– Alessandro Trotta –

Intervento del Capo Della Delegazione Cubana, José Ramón Machado Ventura alla FAO

Conferenza d’alto Livello sulla:

“Sicurezza Alimentare Mondiale: Le sfide del Cambiamento Climatico e la Bioenergia. Misure richieste per ottenere la Sicurezza Alimentare Mondiale. “

Signor Presidente,

In questa stessa sede, dodici anni fa, la comunità internazionale decise di debellare la fame nel mondo. Si stabilì allora l’obbiettivo di dimezzare il numero delle persone denutrite entro il 2015. Quella meta, timida ed insufficiente, oggi sembrerebbe una chimera.

La crisi alimentare mondiale non è un fenomeno circostanziale. La gravità delle sue recenti manifestazioni, in un mondo che produce sufficienti alimenti per tutti, è un chiaro riflesso della sua natura sistemica e strutturale.

La fame e la denutrizione sono conseguenze di un ordine economico internazionale che sostiene e incrementa la povertà, la disuguaglianza e l’ingiustizia.  

I paesi del Nord hanno un’indiscutibile responsabilità per la fame e la denutrizione di 854 milioni di persone. Hanno imposto la liberalizzazione commerciale tra protagonisti chiaramente disuguali e le ricette finanziarie d’adeguamento strutturale. Hanno provocato la rovina di molti piccoli produttori del Sud ed hanno trasformato in importatori assoluti d’alimenti paesi che prima erano autosufficienti e perfino li esportavano.

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Maradona: “Bush assassino, Matarrese mafioso”

Antonio Matarrese? Un mafioso.
Bush? Un assassino.
Pelè? Un uomo senza dignità.
E’ lui, è il solito, inimitabile Diego Armando Maradona che, alla presentazione del film-documentario ‘Maradona by Kusturica‘ spara a zero su tutto e tutti, senza peli sulla lingua, davanti ad un divertito Emir Kusturica e una platea di giornalisti impietriti dalle stilettate del Pibe de Oro, giunto oggi al Festival di Cannes.

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Incubi economici allo specchio di un fragile senso di comunità

di Luigi Cavallaro

su Il Manifesto del 17/05/2008

“Proiettando sui «nemici» esterni le cause dell’impasse europea, Giulio Tremonti nel suo libro «La paura e la speranza» interroga implicitamente anche la sinistra sulla sua capacità di trasformare le differenze in elementi di complessità interna alla struttura sociale I timori di cui parla Tremonti nel suo pamphlet sono quelli che hanno in larga parte determinato gli esiti delle elezioni di aprile e derivano da politiche economiche sbagliate, che hanno eretto……..”

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Gramsci: fascismo e classi dirigenti nella storia d’Italia

Gramsci: fascismo e classi dirigenti nella storia d’Italia[1].
 
di Gianni Fresu
 

1. Interpretazioni storiografiche sul fascismo.

Il fascismo è probabilmente il tema politico che nella storia d’Italia ha dato luogo alla quantità maggiore di studi, una enorme produzione con diversità di approcci e molteplici implicazioni disciplinari. Stando al campo storiografico esso ha dato luogo a diversi canoni interpretativi che si sono caratterizzati per aver posto la propria attenzione su questo o quell’aspetto – storico, economico, sociale o morale – costitutivo o predominante del fenomeno. Come è noto Renzo De Felice, uno dei massimi studiosi del fascismo, si è confrontato con le diverse interpretazioni storiografiche[2]. Il fascismo, per lui, è uno dei grandi fenomeni del Novecento, tuttavia, esso non è dilatabile al di fuori dell’Europa e del periodo compreso tra le due guerre. Dunque sarebbero del tutto fuorvianti le generalizzazioni che tendono a coprire con l’aggettivo fascista tutte le varianti e tipologie di regimi autoritari e reazionari. Le radici del fascismo sono tipicamente europee e legate alla crisi indotta dal trapasso nella società di massa, e in particolare sono peculiari di quelle società che hanno vissuto le profonde trasformazioni di quel periodo condizionate dai ritardi e dalle debolezze politiche ed economiche ereditate dalla loro storia. Senza entrare in dettaglio su tutte le varianti di questi canoni interpretativi, per comprendere la particolarità e la complessità della lettura gramsciana, penso sia utile soffermarsi, brevemente e in via preliminare, sulle tre interpretazioni fondamentali del fenomeno in rapporto alla Storia d’Italia.

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