Sul migrante costretto a gettarsi in mare

Un peschereccio livornese, un comandante che fa “lavorare” un ragazzo africano… Sembrerebbe una ottima notizia in questi ultimi tempi, ma il “bravo” comandante, alla vista della guardia costiera livornese, spinge il cittadino senegalese in mare nonostante le urla del ragazzo che non sa nuotare. Un lucido esempio di come si interpreta l’uso della manodopera africana (in questo caso) da parte di individui senza scrupoli che “pensano” gli immigrati come persone da sfruttare, da usare e poi… gettare in mare. Quanti ce ne saranno che ancora non sono stati individuati e puniti, quanti immigrati ancora dovranno subire aberranti violenze – anche perché c’è una legge, la Bossi Fini, che impedisce loro di avere un permesso di soggiorno regolare, quanti ancora saranno rinchiusi in centri di non-accoglienza. Il Partito della Rifondazione Comunista di Livorno denuncia questo orribile fatto, le condizioni di sfruttamento a cui molti cittadini immigrati sono sottoposti, auspicando che il comandante sia punito e che il sistema di protezione e di inclusione dei richiedenti asilo diventi, finalmente, un esempio di convivenza e di rispetto civile e umano come dichiara la nostra Costituzione e come un paese rispettoso dei diritti umani dovrebbe applicare.

MARIELLA VALENTI – Responsabile Immigrazione Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea