Sulla tragica morte sul lavoro al porto di Livorno: il cordoglio non basta

Purtroppo il porto ha fatto una nuova vittima durante il lavoro. La Federazione livornese di Rifondazione Comunista esprime le proprie condoglianze ai colleghi e alla famiglia del marittimo filippino Priscillano Inoc, deceduto la scorsa notte durante le operazioni di sbarco ad un cargo di cellulosa alla Calata “Alti Fondali”.

Sulle cause dell’incidente, gli organi inquirenti svolgeranno le proprie indagini per verificare le dinamiche, le cause e le eventuali colpe.

La Federazione livornese di Rifondazione Comunista intende evidenziare come in questi anni, nonostante gli appelli, le dichiarazioni di intenti, le belle parole, il settore di lavoro marittimo e portuale rimane uno degli ambiti con maggiore incidentalità, nel rapporto con il numero di addetti. A fronte di un tentativo di deregolamentazione del lavoro portuale che l’attuale governo ha intenzione di realizzare, si contrappone una sua inerzia sul necessario aggiornamento della normativa della sicurezza, ed in particolare sui decreti legislativi 271/99 (lavoro marittimo) e 272/99 (lavoro portuale).

Purtroppo dobbiamo anche segnalare come, per atteggiamenti dilatori e ostativi di Confindustria, il protocollo sulla sicurezza nel lavoro portuale dei porti toscani, scaduto da oltre due anni, non sia ancora rinnovato, per garantire le risorse delle attività degli R.L.S di sito. Se oggi nel porto di Livorno gli RLS di Sito continuano la loro attività ( senza risorse), è solo un fatto di volontà ed impegno personale. Questa è una bella vergogna perché nelle altre regioni questi protocolli sono stati rinnovati e gli RLS di sito sono dotati di strumenti per poter intervenire in modo preventivo o quando vengono segnalate anomalie dei lavoratori.

 

La Segreteria della Federazione livornese del PRC