Circolo “Porto” PRC Livorno: comunicato stampa

 

  • Coordinamento Circolo Porto PRC Livorno

 

A Livorno da anni ci troviamo ad affrontare solo le emergenze. A volte si fa di tutto per crearle, pensando di poter così intervenire con la mannaia, forti di dover affrontare situazioni straordinarie. La programmazione è diventata un optional, uno strumento desueto che nel tempo si è volutamente depotenziato, provocando un lento declino del tessuto industriale, economico e sociale della nostra città. Tutto questo grazie ad un gruppo dirigente che in questi vent’anni ha gestito ma non ha governato. Oggi si pone con forza il problema della fuga di 44 navi da crociera approdati nello scalo spezzino. La discussione che si è aperta in sede istituzionale e sulla stampa ha davvero del surreale, ma ciò non è casuale. E’una vecchia tattica tesa a coprire le vere responsabilità di chi ci ha condotto in questa situazione la città ed il porto. Di solito questa tattica si attua con il tentativo di individuare un nemico su cui addossare le colpe. In questo caso i nemici sono il Presidente Giuliano Gallanti, che non reagirebbe adeguatamente con una CILP, resistente all’attuazione degli gli indirizzi di programmazione presenti nel Piano Operativo Triennale. Abbiamo molte critiche da fare al Presidente Gallanti, specie sul settore lavoristico. Siamo stati noi i primi a denunciare il “blitz” che si stava facendo sulla Sponda Est della Darsena Toscana, ma sarebbe intellettualmente disonesto e politicamente sbagliato non tenere di conto della situazione in cui si è trovato ad operare, con una serie di problemi, specie sul fronte infrastrutturale, che si sono accumulati grazie anche all’inerzia dei suoi predecessori (escavi, ferrovie, allargamento del canale di accesso, progettazione della II° vasca di contenimento ecc.). Ci sembra inoltre strumentale addossare le responsabilità alla CILP che chiede, come tutti i terminalisti livornesi, di avere le condizioni per continuare ad operare, salvaguardando il proprio patrimonio, i propri assets strumentali ed operativi che sono necessari per mantenere la propria attività ed affrontare una situazione di crisi, creando le prospettive per un rilancio. E’ bene chiarire il concetto che queste “compensazioni” non sono un regalo ma sono dovute, in linea di diritto. Abbiamo letto interventi di nuovi tuttologi che chiedono “decisioni forti” e “azioni concrete” come la revoca della concessione alla CILP dell’Alto Fondale, portando dei parametri assurdi come quelli del numero degli ormeggi alle banchine 46 e 47, (22 navi commerciali contro 151 navi da crociera). Nel porto anche le “bitte” sanno che l’ormeggio di una nave da crociera non è paragonabile con un ormeggio di una nave commerciale che per svolgere le operazioni di sbarco o imbarco della merce impiega qualche giorno rispetto alle poche ore di stazionamento di una nave cruise, con un impiego rilevante di personale addetto a svolgere le operazioni portuali. La legge prevede che l’Autorità possa verificare le concessioni, così come richiesto da questi “Maghi Zurlì” di turno, ma non “ad intrapresam”. E’ legittimo verificare la corrispondenza di tutte le concessioni, ma con questa crisi nel porto rimarrebbero solo i gabbiani. Nella fattispecie dell’Alto Fondale si aprirebbe qualche problema in più, visto che l’Autorità Portuale, di fatto, avvantaggerebbe una impresa di cui è l’azionista di maggioranza. Chi paventa decisioni forti deve inoltre avere il coraggio di dire ai circa 6/700 lavoratori ( CPL+ CILP+ altri). che operano direttamente (365 giorni l’anno) nella concessione della CILP, che devono andarsene a casa senza stipendi Altro che rafforzamento del settore commerciale della città, molti negozi chiuderebbero in una settimana. Il sacrosanto diritto al mantenimento del proprio lavoro vale per i dipendenti della Porto di Livorno 2000. come i portuali Così come si è già espresso il Consiglio Comunale con un suo atto di indirizzo, ribadiamo la necessità di salvaguardare la centralità del settore commerciale del porto. Se vogliamo fare un ragionamento serio sullo sviluppo del settore crocieristico dobbiamo ripensare la città ed i suoi servizi in termini diversi e nuovi rispetto ad oggi. Pensiamo al patrimonio culturale livornese che oggi è, nel migliore dei casi, ben conservato ma non valorizzato.