Enrico Berlinguer, a 90 anni dalla nascita

introduzione di Vittorio Vittori *

 

Due anni fa  discutendo con Franco Ferrucci di una iniziativa da promuovere sul PCI  si rilevava che non c’era a quel momento nessun testo edito recentemente che ce ne offrisse l’occasione…
Oggi a prescindere dalla occasione degli anniversari, si rileva un nuovo interesse che è qualcosa di più e d’altro dalla nostalgia; il bisogno che nei momenti di crisi si avverte di tornare a riflettere sui fondamentali, a ripercorre criticamente il passato per trarre lumi sui percorsi che ci attendono. Abbiamo cominciato la scorsa settimana con Marx, come si fa con un classico del pensiero, a cui periodicamente tornare, oggi ci misuriamo con Berlinguer prendendo spunto dall’occasione del suo novantesimo anniversario che ha dato vita ad un nuovo interesse editoriale.
Questa continuità che stabiliamo, non significa ovviamente che mettiamo i due sullo stesso piano; (al di là dell’ occasionalità degli anniversari avremmo potuto farlo con Lenin, con Gramsci o con Togliatti ),  ha una ambizione. dimostrare il carattere creativo del marxismo, il pensiero di Marx e di Engels come una guida per l’azione.
Marx ed Engels di questo erano ben consapevoli (Mario Baglini la scorsa settimana ha fatto le opportune puntualizzazioni).
Questo elemento è costitutivo del pensiero di Marx: il nesso che lui stabilisce  tra teoria e prassi, mutuandolo dalla dialettica hegeliana,significa che la teoria origina una prassi politica e questa a sua volta ,arricchisce la teoria.  Realtà per realtà insomma non c’è un unico modo per essere marxisti, socialisti e financo comunisti. Berlinguer, e prima di lui Togliatti e Gramsci, non parliamo di Lenin, avevano chiara  consapevolezza del contributo che alla cultura marxista portava la loro prassi politica.  Chi vuol conoscere Berlinguer trovi la biografia scritta da Chiara Valentini  “Il compagno Berlinguer” Mondadori editore ed il successivo “L’eredità difficile” Editori riuniti.
Berlinguer nasce da una famiglia di borghesia democratica ed antifascista e come tanti altri della sua generazione arriva al comunismo sulla base di una intransigenza antifascista  giovanile, di testi passatigli da uno zio e della frequentazione di artigiani e operai sassaresi comunisti.
Tramite il padre entra in contatto con Togliatti e attraverso di lui entra nell’apparato del movimento giovanile comunista.  Viene mandato nel ’45 a Milano a dirigere il Fronte della gioventù diretta fino a poco prima da Eugenio Curiel, caduto nella Resistenza;  Curiel, che varrebbe la pena di conoscere di più e meglio,aveva elaborato una riflessione parallela a quella di Togliatti sulle prospettive che si aprivano alla lotta della classe operaia in conseguenza della vittoria che avvertiva prossima sul fascismo. Questa consonanza di pensiero, il prestigio di un poco più che coetaneo caduto nella lotta, eserciteranno una grande influenza nella formazione di Berlinguer.
Successivamente c’è  la direzione della FGCI e la presidenza del FMGD che darà a Berlinguer   quell’esperienza e prestigio internazionale che contribuiranno alla scelta di farlo Segretario del PCI insieme alla fermezza del suo carattere.
La biografia di Berlinguer è quella di un quadro tipico del partito togliattiano,compreso un certo grigiore conformistico, che emerge lentamente dall’apparato organizzativo ed arriva progressivamente attraverso le dure repliche della storia, ma anche ad una inesausta capacità di guardare ai processi reali che attraversano la società e il mondo ad aspetti di novità impensabili per un comunista:
-l’affermazione recisa del valore universale della democrazia politica,il socialismo concepito come indissolubile dalla libertà.
(1977) Che questa fosse la pratica dei comunisti italiani da decenni è fuori discussione, che oggi queste appaiano delle ovvietà pure, si dice ed è vero che crearono grande sconcerto a Mosca,ma io non dimentico lo sconcerto che crearono in me……non vado a cercare altri
– l’austerità che la consapevolezza che a fronte della contraddizione ambientale non era più sufficiente porre il tema dei rapporti di produzione ma andava posto anche quello dei mezzi di produzione.: cosa si produce, per quali fini
– l’attenzione alla soggettività femminile che nasce dopo la vittoria nel referendum sul divorzio,come protagonista del cambiamento.
– l’attenzione alle nuove contraddizioni tra nord e sud del mondo ed accanto il costante richiamo alle radici di classe e all’ obiettivo marxiano del comunismo come sviluppo della dimensione onnilaterale  dell’uomo.
Nel 1976 in una intervista Berlinguer afferma che “un comunista deve sottoporre a verifica continua i propri convincimenti e il proprio pensiero,sulla base dell’analisi dei fatti,della storia.
Un uomo deve essere in grado di criticare anche le proprie idee. se vuole che operino e incidano sui fatti” e se vuole rimanere fedele agli ideali della propria gioventù.  Tutto da scavare il tema del rapporto con la coeva elaborazione della socialdemocrazia europea (svedese,tedesca,austriaca)
Il Berlinguer che si ricorda è quello della questione morale che ne fa un fustigatore del ruolo dei partiti,un antesignano di Grillo.   Quella di Berlinguer è una denuncia delle degenerazioni dei partiti di governo che in conseguenza della conventio ad excludendum nei confronti dei comunisti e per mantenerla, hanno realizzato un intreccio tra politica ed affari, tra partiti e settori dell’economia pubblica che rappresenta una     manifestazione di patologia del sistema.
La questione morale va letta oggi nella sua concretezza e nella sua attualità, che non è più quella che analizzava Berlinguer.   Un’ ultima considerazione, il prestigio ed il ricordo di Berlinguer; a parte che era uno che la tensione etica gli si leggeva in faccia, nel fisico, vale il giudizio della Rossanda o di Pintor, ora non ricordo, “si poteva non essere d’accordo con lui, ma che si muovesse sempre e sinceramente nell’interesse dei lavoratori e delle masse popolari era fuori discussione”.   Questa è la sua eredità morale, il valore etico che rimane nel ricordo e nella nostalgia (diciamolo!) dei lavoratori,dei giovani, delle masse popolari del nostro paese.

* Membro Coordinamento Federazione della Sinistra di Livorno