Individuare cosa non ha funzionato prima, durante e dopo l’alluvione certo permette di orientare meglio la ricerca delle responsabilità, ma è indispensabile che serva a produrre delle azioni rapide e precise. Per questo abbiamo deciso di dare natura di schema a questa nostra prima analisi, affiancando al “Cosa è successo” il “Cosa bisogna fare”. Si tratta solo di un primo elenco di punti che porteremo in discussione collettiva dentro e fuori il nostro partito, raccogliendo altri elementi – in primis sul tema della cementificazione e come opporvisi con efficacia – e impegnandoci in azioni concrete per ottenere gli obiettivi che abbiamo individuato.
-
Riorganizzazione della protezione Civile:
Ai primi di agosto l’Amministrazione ha ridisegnato il funzionamento della Protezione Civile, cambiandone vertici ed organizzazione.
CHE FARE: L’Amministrazione ripristini un modello organizzativo e una direzione della Protezione Civile che garantisca efficacia nell’informazione, prevenzione ed intervento -
Piano di Protezione Civile:
L’attuale Piano di Protezione Civile è quello approvato nel 2011. Una revisione è pronta ma non ancora discussa e approvata.
CHE FARE: Il Consiglio Comunale calendarizzi e discuta quanto prima il nuovo Piano di Protezione Civile -
Allagamento ENI e sversamento nei rii fino a Darsena Toscana: Le prime notizie ufficiali di ARPAT sull’allagamento di ENI, lo sversamento di idrocarburi e la natura del cattivo odore percepito in tutta la città fin da doenica 10 sono del 12 settembre. L’assenza di informazioni ufficiali è già grave perché permette il proliferare incontrollato di ipotesi allarmistiche; ancora più grave se questa è dipesa da un ritardo nell’acquisizione di informazioni utili alla tutela della salute dei cittadini.
CHE FARE: ARPAT deve dimostrare di essere in grado di intervenire tempestivamente in caso di eventi con impatto sulle attività produttive con potenziali danni alla salute pubblica, e comunicare tempestivamente alla cittadinanza le risultanze. -
Casse di espansione: Sono state rilevate molte criticità sull’adeguatezza delle attuali casse di espansione dei rii e sul loro efficace funzionamento nel momento dell’alluvione.
CHE FARE: gli enti preposti devono garantire che le casse di espansione siano in numero e dimensione sufficiente per l’assorbimento di fenomeni eccezionali e potenzialmente catastrofici.