Pubblichiamo in allegato (clic sul titolo per aprire il pdf) l’intervento del Prof. Sergio Bologna, “Gigantismo navale e trend economico-finanziari“, tenuto alla conferenza nazionale Federagenti del 16 dicembre 2015. Nell’intervento si toccano punti importanti per il presente e futuro della portualità italiana in genere e livornese in particolare.
Referendum regionale sulla sanità: da Rossi schiaffi alla democrazia
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA
Sulla legge di (contro) riforma della sanità regionale pensavamo di averle viste tutte da parte di Rossi e della sua maggioranza, invece al peggio non c’è fine, continuano infatti con gli schiaffi alla democrazia!
Dopo aver infatti presentato una nuova proposta di legge allo scopo unico di evitare il referendum (richiesto da 55 mila toscani e alla cui raccolta, come PRC toscano, abbiamo fattivamente contribuito). Imposto un approvazione velocissima della proposta di legge con consultazioni fatte per email ed osservazioni in cinque giorni.
Dopo aver più volte palesemente violato le più basilari regole del Consiglio per impedire la discussione degli emendamenti, di merito, delle opposizioni, tra cui la maggior parte di SI Toscana A Sinistra, siamo adesso all’auto mutilazione, da parte del PD, di un terzo della proposta di legge della Giunta, oltre 50 articoli su una legge di 150, pur di vanificare gli emendamenti presentati dalle opposizioni.
Insomma pur di impedire il referendum, terrorizzati dal fatto di perderlo perché è sempre più evidente ai cittadini toscani dove veramente sta andando la sanità toscana: privatizzazioni, ticket altissimi, liste di attese lunghissime, sono pronti a tutto.
Ma oltre allo schiaffo evidente alla democrazia sorge spontanea la domanda: ma che serietà può avere una proposta dalla quale per esigenze di bottega si possono stralciare parti così rilevanti? Insomma in nome a rendere impossibile il pronunciamento popolare e gli emendamenti son pronti a realizzare “aborti” legislativi ancor peggiori dei precedenti!
Segreteria Regionale Toscana di Rifondazione Comunista
19 dicembre fuori tutt@! Sosteniamo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione
Le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione scioperano una seconda volta il 19 dicembre, dopo la mobilitazione del 7 novembre, e manifestano a Milano.
Sosteniamo con forza la loro lotta, che è importantissima per i salari e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori.
Lo è perché in questo settore si è sperimentato in questi anni il massimo dello sfruttamento: moltiplicazione dei contratti con ogni forma di precarietà, subordinazione della vita delle lavoratrici e dei lavoratori ai tempi delle imprese, liberalizzazione degli orari che ha invaso i giorni festivi impedendo le normali relazioni tra le persone.
Ma tutto questo non basta. Non solo non viene rinnovato il contratto scaduto da 22 mesi ma i padroni della grande distribuzione pretendono di tutto, di più: taglio degli scatti di anzianità e delle ore di permesso retribuito, sterilizzazione di 13esima e 14esima per il calcolo del tfr, aumento degli orari e della flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende. Le grandi centrali cooperative vogliono ridurre il costo delle ore di lavoro, tagliare le maggiorazioni per il lavoro domenicale, notturno, straordinario e supplementare, tagliare le retribuzioni per le malattie brevi, derogare al contratto per il Sud.
Sono spesso i giovani e le donne i dipendenti della grande distribuzione, e su di essi si vorrebbero scaricare una concorrenza feroce.
Diciamo NO con le lavoratrici e i lavoratori che sciopereranno sabato. E’ grottesco che la grande distribuzione si lamenti di una crisi dei consumi che affonda le proprie radici in quella diminuzione dei salari e svalutazione del lavoro che vuole aggravare con le proprie inaccettabili pretese.
Diciamo SI a condizioni di salario e di lavoro dignitose e ci impegniamo a lavorare perché venga rimessa radicalmente in discussione la liberalizzazione degli orari introdotte dal governo Monti nel 2011. Monti allora disse che con le “liberalizzazioni il prodotto interno lordo potrebbe salire dell’11%, i consumi dell’8% e i salari reali di quasi il 12%”.
Una balla stratosferica. Le liberalizzazioni hanno solo aumentato il dumping tra piccola e grande distribuzioni, peggiorato la qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie, tagliato il tempo per il riposo e per le relazioni umane.
Fuori tutt@! Tutt@ a MILANO!
Su AAMPS, comunicato congiunto di Buongiorno Livorno e Rifondazione Comunista
Sulla crisi di AAMPS assistiamo da giorni ad uno scambio di accuse tra PD e M5S. Noi pensiamo che tutte e due le parti abbiano delle responsabilità. Il PD è responsabile delle gestioni che hanno portato AAMPS nell’attuale condizione. Il Movimento 5 Stelle è responsabile di non aver saputo affrontare per tempo la situazione, muovendosi in modo tardivo e privo di prospettiva.
Noi però non vogliamo prendere parte a questi scambi di colpi, che servono solo la logica della propaganda. Noi vogliamo parlare delle possibili vie d’uscita dalla situazione. La nostra riflessione su una possibile soluzione del caso AAMPS parte da alcuni punti cardinali:
– I lavoratori, sia di AAMPS che dell’indotto, devono essere tutelati;
– i beni e servizi pubblici devono stare in mani pubbliche, a beneficio della collettività, e non essere gestiti secondo l’ottica del mero profitto privato;
– la gestione del ciclo dei rifiuti deve tendere alla logica “rifiuti zero”, il che per Livorno significa anche essere in condizione di potere arrivare a liberarsi dell’inceneritore.
Muovendo da queste premesse, guardiamo alla situazione di AAMPS nel più ampio scenario del complesso dei servizi di pubblica utilità del nostro territorio. Le partite dell’acqua e del gas potrebbero presto finire in mano ad ACEA e a Toscana Energia, e abbiamo visto con la proposta di Iren subito rilanciata dal Pd come la fragilità della nostra azienda di igiene ambientale possa fare gola a facili appetiti privati. Il rischio più forte a cui siamo di fronte è a un arretramento del Pubblico su tutta la linea. Noi siamo convinti che gli enti locali debbano mantenere voce in capitolo nella gestione dei servizi essenziali per meglio tutelare occupazione, sostenibilità delle tariffe, salute ed economia del territorio. In altre realtà del Centro Nord esistono ottime esperienze pubbliche.
Preso quindi atto della più volte sbandierata volontà del M5S di tenere fuori AAMPS da RetiAmbiente, a questo punto ci chiediamo se si stia ragionando su eventuali aggregazioni di servizi a stretto controllo pubblico. Se qualcuno abbia preso in considerazione l’ipotesi. I tempi adesso sono quelli che sono: troppo tempo è stato perso, specie considerata la pesantezza dell’eredità delle passate amministrazioni. Ma la partita non può ancora dirsi chiusa. Certo, serve una chiara volontà politica di giocarla fino alla fine. C’è?
Buongiorno Livorno e Rifondazione Comunista