I grillini sono delusi di sinistra

di Marika Manti – web.rifondazione.it

 

 

L’analisi del voto siciliano effettuata dall’Istituto Cattaneo di Bologna restituisce una fotografia per molti versi sorprendente. Il Pdl è distrutto ma il Pd è dimezzato, altro che grande vittoria. L’unico vincitore è Grillo e i suoi voti vengono per lo più dai partiti del centrosinistra e non dall’astensione.
L’istituto bolognese ha confrontato il numero assoluto dei voti con le ultime elezioni regionali del 2008. Tutti i partiti soffrono l’enorme percentuale degli astensionisti.
Ma il crollo maggiore è quello del Pdl che ha perso quasi tre quarti degli elettori passando da 900.000 voti a 270.000 (-72,5%), e il confronto non cambia di molto se si considerano la lista per Lombardo presidente che nel 2008 prese 119.000 voti (pareggia solo i 107.000 voti ottenuti dalla lista per Musumeci presidente). Ma se il Pdl ha perso, il Pd non ha vinto. I democratici sono passati dai 505.000 voti del 2008 a 257.000 (-49%). Risultato che non cambia anche aggiungendo le liste legate al candidato presidente. A sinistra del Pd hanno perso tutti. Fds, Sel e Verdi insieme hanno più che dimezzato i consensi rispetto al 2008 quando si erano presentati come Sinistra Arcobaleno. L’Idv, invece, guadagna qualcosina (circa 18.000 voti), ma il 2008 per il partito di Di Pietro in Sicilia fu una dei peggiori risultati elettorali di sempre. Non si salva neppure l’Udc che rispetto al 2008 scende in termini assoluti di 129.000 voti (-38%). L’unico vero vincitore è il Movimento 5 Stelle che passa da 46.000 a oltre 285.000 elettori con un incredibile aumento in percentuale del 515%. Se questa è antipolitica. Leggi tutto “I grillini sono delusi di sinistra”

A Firenze l’altra Europa è pronta

di Tommaso Fattori –   web.rifondazione.it

Dall’8 all’11 novembre a Firenze si tiene l’incontro europeo “Firenze 10+10. Unire le forze per un’altra Europa”: movimenti, sindacati e associazioni di tutta Europa si scambieranno esperienze e proporranno le alternative alle politiche che hanno portato l’Europa alla crisi. Un appuntamento da non perdere.
Mai lasciarsi sfuggire l’occasione offerta da uno shock sistemico per portare a compimento la rivoluzione neoliberista, secondo il suggerimento di Milton Friedman.
Mentre “mercati” e “tecnici” insistono fantasiosamente nel propagandare crisi e debiti pubblici come l’effetto di un’eccessiva spesa sociale e di un insostenibile costo del lavoro, assistiamo alla “strana morte mancata del neoliberismo” (Crouch), vera causa del disastro economico, sociale ed ambientale in cui siamo immersi. Nel frattempo i poteri economico-finanziari utilizzano la crisi per annientare i diritti sociali e del lavoro e per privatizzare beni comuni e servizi pubblici. La crisi finanziaria e bancaria, trasformata in crisi del debito pubblico, si è ulteriormente tradotta in crisi, anzi in agonia, della tradizionale democrazia rappresentativa, in un quadro nel quale persino i referendum popolari possono essere impediti senza scandalo (Grecia) o tollerati a patto di lasciarne in buona parte disatteso il risultato (Italia). Attraverso il fiscal compact e il six pack le classi dirigenti europee stanno a loro volta utilizzando la crisi per concentrare i poteri decisionali sulle politiche pubbliche, a partire da quelle fiscali, nelle mani di un’oligarchia priva di legittimazione democratica diretta, solerte portavoce dei mercati finanziari: Commissione, Bce, tecnocrazia. Una rivoluzione silenziosa dall’alto, nella quale, dietro lo sbriciolamento delle vecchie istituzioni rappresentative nazionali, non si intravede nessuna forma di nascente democrazia sovranazionale. Leggi tutto “A Firenze l’altra Europa è pronta”

La lezione da trarre dal risultato siciliano

di Gianluigi Pegolo

 

I risultati delle elezioni siciliane sono ormai chiari e non mancano i commenti. Anziché soffermarsi su ulteriori elaborazioni dei dati a disposizione, e in attesa di eventuali analisi dei flussi che potrebbero mettere in evidenza dinamiche al momento non evidenti, conviene ora approfondire le implicazioni del voto sul piano generale e per ciò che attiene, nello specifico, alle forze di sinistra.
Partiamo dal risultato generale. Esso mette in luce, da un lato, una crisi senza precedenti nel rapporto fra cittadini e politica (testimoniato dalla grande crescita della già elevata astensione) con una forte spinta verso posizioni di contestazione radicale dei partiti (ben espressa dal grande consenso ottenuto dal Movimento 5 stelle).
Questo terremoto politico fa saltare la governabilità e il bipolarismo. La vittoria di Crocetta non garantisce un quadro politico stabile e la formazione della maggioranza implicherà, con tutta probabilità, un accordo con altre forze moderate, probabilmente con gli eredi di Lombardo. La vittoria della coalizione PD-UDC, inoltre,  è il prodotto più della rottura del centro destra che di una crescita dei consensi elettorali. Quello che si è verificato è stato, infatti, la tenuta in peso percentuale di PD e UDC, in ragione di un calo di voti  inferiore  a quello del  PDL, che invece subisce un vero e proprio crollo. A sinistra il risultato decisamente negativo è sia conseguenza dello tsunami dell’antipolitica (si guardino i risultati di Palermo e li si confronti con quelli delle recenti comunali), sia di evidenti errori (dalla presentazione di due liste, anziché di una sola, al cambiamento in corsa del candidato presidente). Leggi tutto “La lezione da trarre dal risultato siciliano”

PRC Livorno, sul sistema sanitario Locale

 

  • Segreteria PRC Federazione Livorno

 

IN MERITO A QUANTO STA ACCADENDO ATTORNO AL SISTEMA SANITARIO LOCALE:

1- Le palesi responsabilità di chi ha diretto negli ultimi anni la ASL livornese sono macroscopiche. Non è possibile non considerare fallimentare l’esperienza dirigenziale della dott./ssa Calamai che per certi aspetti è perfino da considerare dannosa per l’intero sistema sanitario provinciale. Per questo a nostro avviso non si può prescindere dal chiedere l’immediata rimozione della Calamai dal ruolo che ricopre, da parte degli enti competenti.
2- Altro capitolo negativo è quello della Società della Salute. Oltre che essere state dichiarate INCOSTITUZIONALI, l’esperienza di quella livornese si è dimostrata nulla di più di un inutile carrozzone burocratico dove oltretutto vengono riversati soldi pubblici per garantire funzioni e servizi che prima del suo insediamento, sicuramente, funzionavano meglio. A tal proposito, secondo il nostro avviso, se possibile siamo andati a sostituire alle gestioni associate, un qualcosa che invece di migliorare il servizio e le funzioni le ha evidentemente peggiorate. Per questo crediamo sia obbligatorio dal punto di vista politico un ripensamento in tal senso, procedendo ad un a riorganizzazione diversa dall’attuale e quindi, successivamente, ad uno scioglimento di tali Società.
3- Abbandonare definitivamente il progetto del nuovo Ospedale e catalizzare quelle eventuali risorse per ripristinare nella provincia un sistema di servizi sanitari che negli ultimi anni è stato smantellato. Tale smantellamento in parte è vero che va attribuito ai continui tagli che i vari governi nazionali hanno perpetrato nei confronti della sanità pubblica, ma sicuramente una percentuale di responsabilità sono da attribuire anche a chi localmente ha fatto delle scelte ed ha gestito e diretto i servizi della sanità pubblica a livello locale. Gravissime sono in questo senso, secondo noi, le scelte fatte negli anni sul taglio di servizi decentrati, di ridimensionamento ed eliminazione di alcuni reparti ospedalieri, riorganizzazioni sbagliate e non condivise con i territori di tutta una serie di servizi, per esempio il servizio di prelievi sangue a Collesalvetti piuttosto che le scelte scellerate sull’ospedale di Cecina ecc..ecc…
4- Lavorare, poi, anche a livelli più alti, per una legge che non permetta di leggere più sulla stampa le cifre aberranti uscite ieri sul Tirreno riguardanti gli stipendi dei dirigenti, tecnici e amministrativi, della ASL di Livorno. Una legge per stabilire un tetto massimo per gli stipendi di tutti i dirigenti pubblici, che secondo noi potrebbe determinare che un qualsiasi dirigente del settore pubblico non percepisca più di 5 volte ciò che percepisce colui che all’interno di quel settore prende come stipendio la somma più bassa.