GIOACCHINO GENCHI

SABATO 26 FEBBRAIO APPUNTAMENTO
GIOACCHINO GENCHI PRESENTERA’ IL SUO LIBRO ” IL CASO GENCHI. Storia di un uomo in balia dello Stato”
alle ore 17.30 a Livorno – Centro artistico “Il Grattacielo” Via del Platano

Problema Porto: caso Piccini

Ormai appare definitivamente superata l’ipotesi Piccini, anzi ipotesi alternative appaiono più o meno concrete e si rincorrono notizie che ci danno per certe concertazioni fra Rossi e Matteoli che passano per Livorno.

Resta un dato di fatto: Roberto Piccini non farà i due mandati che la legge prevede e che normalmente vengono fatti salvo che non vi siano atti gravissimi, il Ministro ha superato la legge 84 e si è inventato il criterio della rotazione degli incarichi, ha addotto motivazioni carenti, quindi l’esclusione appare illegittima…ma nemmeno più la città, o meglio tutti quelli che la destra voleva fortemente legati a un sistema di rendite di posizioni, è riuscita difendere questa nomina.

Si volta pagina: quel che deve restare è che la compagnia Portuali in questi anni è riuscita nella tenuta dell’occupazione e nel reinvestire gli utili che derivavano dal lavoro….non so se le grandi famiglie economiche che operano sul porto che tanto hanno avuto dal territorio hanno restituito a questo territorio..

A questo punto se il porto rappresenta il 21% del PIL di questa città bisognerà che il progetto di innovazione e rinnovamento partito anche con la discussione in Consiglio Comunale, e che porta la firma di Piccini, vada avanti : strutture, infrastrutture, il rapporto della città con il porto, quindi anche strumenti urbanistici e siccome è alto livello di coinvolgimento del rapporto della città con la regione sarà bene che Rossi torni a fare gli interessi della città.

La realizzazione del progetto, gli stati di avanzamento dei lavori saranno l’unica cartina di tornasole con cui giudicare chi dovrà solo fare gli interessi del porto e della città e dimostrare una capacità di governo e soprattutto una difesa dei livelli occupazionali.

Non riduciamo la questione a una guerra di potere, facciamo chiarezza sulle posizioni, non lasciamo angoli oscuri che sottolineano livelli sotterranei di decisioni……altrimenti ci resta solo da sperare nella statua della madonna e chissà che non abbiano pensato di metterla lì apposta.

Per la Federazione della Sinistra Tiziana Bartimmo

Firma per chiedere le dimissioni di Berlusconi,

Foto del 2009-10-08 19:04:02  Continua la raccolta delle firme, chiediamo le dimissioni del premier, Silvio Berlusconi, è la volontà del partito di Rifondazione Comunista, già da molto tempo chiedeva le dimissioni del premier come possiamo vedere dalla foto di testa era l’ottobre del 2009

Un saluto per Luciano De Majo

Per Luciano De Maio Apprendiamo la notizia della prematura scomparsa di Luciano De Maio e non possiamo fare a meno di riflettere, prima di tutto, sull’ingiustizia di quest’ancora giovane vita spezzata da un male implacabile.Una vita troppo breve, per quanto così ricca di passioni, di attività, di ideali, di dedizione agli altri ed alla sua città.Luciano è stato un compagno di strada di tantissime battaglie democratiche e sociali. Lo ricordiamo come un rigoroso, leale ed intelligente militante della pace e per la pace, come un militante contro le insopportabili ingiustizie che hanno attraversato e, continuano sempre più ad attraversare, questa nostra epoca.Rigoroso, leale ed intelligente come lo era anche nel proprio lavoro. Giornalista per varie testate, aveva la capacità di scavare costantemente sotto la superficie della notizia e di portarne alla luce la sostanza vera. Aveva il dono di sapere annusare le contraddizioni dentro i fatti di cui era chiamato a dare conto. Sapeva interrogare quello spazio sfuocato che c’è spesso tra la rappresentazione di un fatto e la realtà per come gli si manifestava.E’ una grave perdita per la nostra città che, oggi forse come mai, avrebbe bisogno che quelle capacità e quei valori che Luciano ha, con coerenza, incarnato, potessero crescere, moltiplicarsi, diventare seme per un nuovo risveglio civile, morale e democratico dei livornesi.La Federazione della Sinistra di Livorno si stringe attorno ai familiari, agli amici ed ai colleghi de “Il Tirreno” e delle altre testate con cui Luciano ha collaborato, manifestando tutto il proprio dolore e la propria partecipazione.Luciano non ti dimenticheremo! Livorno, 20 febbraio 2011

Federazione della Sinistra – Livorno

E’ morto questa mattina Luciano De Majo, giornalista del Tirreno.

La sua morte è davvero difficile da accettare: non solo per le sue non comuni qualità umane e professionali, ma anche perché aveva solo 40 anni e tutta una vita da vivere.
Ci mancheranno la sua capacità di ascolto e le sue riflessioni mai banali, la sua scrittura sciolta e precisa.
Ci sentiamo vicini alla moglie Valeria, alla famiglia, a tutti gli amici e compagni che come noi ne sentiranno la mancanza.

I compagni e le compagne dell’Unione Inquilini e di Rifondazione di via Pieroni.

Se non ora quando?

Se non ora quando?
Un milione di donne contro Berlusconi

 

Art. Il Tirreno: Canti e balli per la dignità delle donne
 LIVORNO.  Perché non siano solo parole lavate via dalla pioggia che non ha cessato un attimo di scendere ieri mattina alla Terrazza Mascagni, ma che siano un invito a riflettere sulla donna, sulla sua dignità in quanto essere umano.
 Questo l’augurio più profondo dell’iniziativa “Se non ora quando” che, in concomitanza con tante altre città d’Italia e del mondo, si è svolta anche da noi, in uno dei luoghi più belli di Livorno, davanti al gazebo della Terrazza Mascagni. Erano davvero tanti i cittadini che si sono radunati davanti al gazebo. Tanti gli striscioni diretti al Presidente del Consiglio, alcuni seri altri intrisi di ironia, caratteristica che ci contraddistingue: “Chi di donna ferisce di donna perisce”, “Chi non rispetta le donne non può governare” o “Silvio alla onca” e “Silvio hai le orge contate”.
 Tra intermezzi musicali affidati alle voci di Caparezza, De Gregori, Ligabue, e letture poetiche e di saggi, dall’alto del gazebo, hanno voluto esprimere il sostegno verso le donne: esponenti politici come Marida Bolognesi (Pd), Tiziana Bartimmo (Federazione della Sinistra), Graziella Pierfederici (Sel), Franca Taddei (Cgil), Cinzia Simoni (Arci). Ma non solo, a dare man forte anche Samira Karoui presidente del Cesdi, Fiorella Cateni presidente dell’Auser-Filo d’argento e, poi, tra il pubblico l’assessore provinciale alle politiche comunitarie Paola Bernardo, l’assessore al bilancio Laura Marconcini, il sindaco Alessandro Cosimi, Marco Ruggeri, consigliere regionale del Pd, Marco Solimano presidente dell’Arci ed Enrico Pedini, segretario Fiom Cgil. Durante gli interventi, i cittadini hanno risposto con applausi e le mani hanno battuto più forte quando a salire sul gazebo è stata un’intraprendente signora di 100 anni, Elena Simini, ex maestra, che nei prossimi giorni festeggerà il compleanno.
 Forte poi si è alzato tra i presenti il grido “dimissioni” riferito al premier, ma c’è anche chi ha colto l’occasione per rivendicare il suo “no” al rigassificatore, quando il sindaco è stato chiamato a esprimere la propria opinione sull’iniziativa.
 «Con questa protesta le donne vogliono prendere la parola e dire basta – ha commentato Marida Bolognesi, tra le promotrici dell’iniziativa – c’è bisogno di un grande cambiamento e questo è possibile solo se va via il Presidente del Consiglio». Al termine, sulle note di “Bella Ciao”, centinaia di palloncini bianchi sono stati liberati verso il cielo.

VALERIA CAPPELLETTI

“Apprendo adesso che siamo un milione nelle piazze di tutta Italia”. Così l’attrice Angela Finocchiaro, dal palco di piazza del Popolo nel
corso della manifestazione ‘Se non ora quando?’. Dalla piazza un solo
grido rivolto al premier, “Dimissioni”. Le donne a piazza del Popolo  Roma, 13-02-2011 Domina piazza del Popolo un grande striscione firmato dalle Donne del
Sud: “non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana,
sono una schiava”. E proprio sotto lo striscione si sono alternate
iniziative, la piu’ partecipata delle quali e’ stato un coro gospel. A Roma un minuto e mezzo di silenzio irreale 90 secondi di silenzio. 90 come la paura del silenzio collettivo. Poi la voce, adesso, per ricominciare a contare, non più alla rovescia. Poi uno striscione, immenso, è calato dal Pincio comn la scritta “Vogliamo un Paese che rispetti le donne””. Un corteo a Montecitorio Un gruppo di alcune centinaia di donne si e’ staccato dalla manifestazione in difesa della dignita’ femminile a piazza del Popolo ed e’ partito in un corteo spontaneo verso Montecitorio. Invasa la piazza, hanno scavalcato le transenne e sono giunte davanti alla porta della Camera. Poi sono state allontanate. 60mila persone si sono radunate in Piazza Castello a Milano, Leggi tutto “Se non ora quando?”